Profondo Rosso

Il Pagellone texano

Hot dog, birrone gelato e rutto libero.

Siamo tutti cowboys del Texas.

Ecco il pagellone americano.

10 TILKE. Ora, forse è nota ai frequentatori di questo ameno luogo la mia indignata perplessità nei confronti del teutonico architetto, che sta ad Ecclestone come Speer stava ad Adolf Hitler (si scherza, eh).

Ma debbo ammettere che la pista di Austin è fantastica. C'era quel pezzo in salita, poi, che da solo valeva il prezzo del biglietto. Diciamo che tra dieci altri autodromi (da lui costruiti) Herr Tilke diventerà un genio. Per la serie: sbagliando s'impara. E s'impera pure, nel caso del diretto interessato.

10 MASSA. Mi sono già espresso sulla briatoresca vicenda che ha riguardato il cambio della sua Ferrari. Trovo penoso che gente che fa il mio mestiere esalti la 'mossa': dai, ragazzi, se a parti inverse l'avessero fatto la Red Bull o la McLaren ci saremmo (cioè, vi sareste: non i cloggari, i giornalisti) stracciate le vesti. Io capisco e comprendo, come ho scritto, la furbata di mio fratello Dom, ma, mi ripeto ancora, non la condivido, ho un'idea diversa di etica e di sport. Confermo che andrebbe immediatamente cambiata una regola che permette cose del genere e stop.

Quanto al brasiliano, è stato il suo miglior week end stagionale. Tra prova e corsa, sempre competitivo, naturalmente nei limiti consentiti dalla monoposto. Avesse offerto lo stesso rendimento sempre, da marzo in poi, forse faremmo altri discorsi. Comunque, tanto di cappello

6 ALONSO. Sufficienza di stima. Ovviamente è da babbei (babbei, esatto) asserire che Massa, senza autoretrocessione, avrebbe battagliato con Red Bull e McLaren. Ma Massa ha appunto dimostrato che qualcosa di meglio, in termini di prestazione, dalla Ferrari 'texana' si poteva cavare. Non più del terzo posto, in termini assoluti, al netto del kappao di Webber. Ma, in generale, Fernando, partenza a parte, sembrava rassegnato al peggio. Lo capisco e lo comprendo, situazione non semplice per uno che ha dato il meglio della vita da pilota nell'arco della stagione. Ma, appunto, non condivido.

0 MERCEDES. Oh, io non amo gli eccessi e cerco sempre di misurare i termini. Qui però mi lascio andare. Eh perbacco! Vergogna marcia coi begotti (modo di dire tipico dell'Appennino modenese). Stiamo parlando di un colosso dell'automobilismo planetario! E che macchina hanno dato, per tre anni, a Schumi e anche a Rosberg, salvo rarissime eccezioni? E il mio amico Aldo Costa, porca puttena come esclama Lino Banfi, che ci sta a fare lì? E certi miei devoti cloggari tanto astiosi nei confronti del Dom o dello staff Ferrari, cosa scriverebbero di Ross Brawn, di Haug e company? Pace, unicuique suum.

10 HAM. Beh, grazie. Alla vigilia di Austin qui sopra avevo spiegato cosa pensassi, in assoluto, del suo talento. Mi piacerebbe scrivere che mi legge e si è incaricato di darmi ragione, invece nemmeno sa che esisto e va bene lo stesso. Grande lui, con una McLaren al top. Vedete, quando scrivo che un pilota al 90% è reso vincente dalla macchina che guida, eh, mica lo sostengo per sminuire Vettel (8, già che ci sono: ha fatto quello che doveva). Banalmente, è la verità cruda. Poi, cogliere le differenze tra gli autisti diventa una questione di sfumature e naturalmente ogni opinione resta lecita.

Per me il Nero, a parità di mezzo e di tutto, è più forte di Seb, è più forte di Alo ed è più forte di Kimi. Poi può darsi benissimo che, avendo scelto di suicidarsi con un revolver made in Mercedes, non vinca più un accidente in carriera.  Ma che c'entra? Piquet padre vinse tre mondiali e Mansell uno solo, però io ho sempre considerato Nigel superiore. I numeri diranno per sempre il contrario eppure me ne frego. Fregatevene anche voi, quando non condividete le mie opinioni.

10 ESORCICCIO. L'unico ingegnere che, a questo punto, potrebbe far vincere il titolo a Fernandel.

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