Profondo Rosso

Referendum, ultimo scrutinio

Uhm, debbo completare le mie risposte al referendum natalizio.

Vediamo un po'.

5 AUTO MIGLIORE

RED BULL. Certamente non ai livelli siderali del 2011. E se avessimo dovuto dar risposta al quesito fino a Monza, il pollice sarebbe stato inclinato all'ingiù. Ma it's not over until is over e nella terza parte della stagione, grosso modo gli ultimi 7 Gp, i Bibitari hanno compiuto il grande balzo in avanti di maoista memoria. Non scopriamo oggi il genio di Newey: in compenso, potremmo dire che il genio medesimo, nonostante i tentativo di richiuderlo nella bottiglia, è riuscito a salire sul tappeto magico di Aladino-Vettel e alla fine il verdetto è stato giusto, con buona pace di bandiere e sbandieratori.

6. AUTO PEGGIORE

MERCEDES. Pongo una domanda retorica. Ma con i soldi della Daimler Benz, credete voi, o popolo, che quelli della Hrt avrebbero fatto peggio? Ma con i quattrini di Stoccarda, credete voi, o popolo, che Sauber non sarebbe stato in grado di lottare per il titolo?

Notoriamente a me non piacciono le esagerazioni e dunque non userò termini tipo 'vergogna' o roba del genere. Nella vita ci si deve vergognare di altre cose. Però tre anni così, con Schumi e pure Rosberg al volante, sono un imbarazzo, va mo là. Tra l'altro io ritengo che nel 2012 Michelone abbia guidato molto bene, a dispetto delle accuse incassate e dai sospetti sulla prostata (che poi, con 'sta storia dei rottamatori, in politica e altrove, io mi sarei pure rotto los cocones). E' una sorta di Nemesi: proprio Ross Brawn, l'uomo che gli era stato accanto nel periodo d'oro tra Benetton e Ferrari, ha picconato il monumento dello Zio, esponendolo a rovinose figuracce. Aggiungo che Ross Brawn, per il quale a scanso di equivoci io nutro imperitura gratitudine, a fine 2007 voleva per sè a Maranello il posto che era stato di Todt.

Visti i risultati, con la sola eccezione del 2009 del doppio diffusore, boh, magari è meglio non glielo abbiano dato. In conclusione: God Save Lewis Hamilton.

7 AUTO DELUSIONE.

MCLAREN. Ecco, appunto. Attenzione. Parliamo di un team che ha vinto 7 Gp, se non ricordo male. Ciò nonostante, il campionato era ancora in corso e sia il Nero che Button erano estromessi dalla lotta per il titolo. Incredibile, no? La sequenza di certe rotture è stata persino comica. Aggiungete che a fine fine stagione proprio la McLaren (vedi Ham in Texas e Button in Brasile) vinceva le corse. Se avessimo la pazienza di metterci lì a ricostruire gli episodi e le dinamiche della intera annata, ci accorgeremmo che sono stati i discepoli di Ron Dennis a buttare via il titolo. Certamente non per colpa di chi guidava. In questo senso, auto delusione: enorme potenziale, eccezionali aspettative, epilogo in stile Trabant. Mah.

8 GP PIU' EMOZIONANTE.

BRASILE. Per motivi pirsonali pirsonalissimi sarei tentato di esclamare: Abu Dhabi! Ma non voglio rovinare la serata di Abramo. Quindi confermo quanto sostenuto in presa diretta:  lo show di Interlagos è stato uno spot fantastico per la Formula Uno, sembrava studiato e scritto a tavolino da uno sceneggiatore di Hollywood. Grandi emozioni concentrate tra balzi e sobbalzi, con un robusto contributo del destino (tipo la pioggia che comincia a scendere un attimo prima del giro di ricognizione). Momenti che valgono una carriera da cronista e ne giustificano, per ragioni anagrafiche, una tempestiva conclusione.

Tanto, la mia Ferrari ha perso ancora. Che te lo dico a fare?

9 GP PIU' NOIOSO.

SINGAPORE. So di infliggere un duro colpo al traffico di carne umana, ma prima spengono le luci sul porto di Marina Bay e meglio sarà. Appunto per questo, non le spegneranno.

10. IL MOMENTO PIU' BELLO.

UN ABBRACCIO. Oh, lo so. Alonso non può vedere Vettel che non può vedere Alonso. Lo spagnolo non sa perdere e anche questo lo so: non sa perdere esattamente come Schumi (vedi il suo Lato Oscuro della Forza) o Senna o Prost e potrei allungare la lista. L'unico cui ho visto perdere un mondiale chiacchierato (quello del 2003) per appena due punti andando a prendersi, a mò di reazione, una gigantesca sbronza, ecco, beh, fu Kimi Raikkonen (deve essere per questo che mi piace più di altri).

Ma proprio per questo, sebbene all'episodio sia stato dato poco risalto mediatico, mentre si apprestava lo scenario per il tormentone del bandierone, proprio per questo io ero lì e la domenica pomeriggio brasiliana, finiti i sacri riti delle interviste, ho visto Alonso e Vettel andare a cercarsi e salutarsi con un abbraccio.

Freddo come sa essere un gesto formale.

Ma l'hanno fatto.

E forse, invece di mostrare tanti sventolii, nei giorni successivi i mezzi di informazione e il web avrebbero dovuto valorizzarla di più, quella scena lì.

Che ci volete fare? Uno nasce romantico e muore, fatalmente, coglione.

Sto parlando di me medesimo, s'intende.

Grazie a tutti.

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