Verso Monaco, Rhodes ci racconta ‘Grand Prix’
Prima di Montecarlo, ho pensato bene di inaugurare una iniziativa che spero di ripetere. Cioè ho invitato un Cloggaro storico, l'ottimo Rhodes, a visitare la mostra 'Grand Prix', collezione di fantastiche F1 in esposizione sotto il tetto giallo del MEF di Modena. Prossimamente mi piacerebbe convocare, ma rigorosamente in coppia, Re Minosse e Luisa. In attesa di provvedere, ecco il racconto per il popolo di Rhodes medesimo, il Fernando Alonso del piano bar per chi non lo conoscesse, ma anche il Kimi Raikkonen delle chitarre per chi lo conosce.
IL RACCONTO DI RHODES
Io credo che valga la pena fare anche tanti chilometri per entrare in una astronave interspaziale gialla, come in un cinema 3D fantascientifico, riuscire a vivere un film dove la pellicola è la tua mente, il regista sei tu e la ventina di monoposto presenti sono la storia.
Per una combinazione magica, questa astronave ferma il tempo e come in un teletrasporto degno del capitano Kirk, la tua mente e i ricordi cominciano a viaggiare a manetta.
Questa astronave gialla appunto è il MEF, acronimo di Museo Enzo Ferrari, in pieno centro di Modena.
Dal 3 Maggio fino a ottobre è in atto una mostra di tutte le monoposto di Formula 1 più prestigiose di sempre. Si avete capito bene, tutte! Noi emiliani siamo abbastanza vicini al museo di Maranello dove si possono trovare molte monoposto fantastiche e storiche ma ovvio, "solo" della Ferrari. Qui nella casa dell'uomo del novecento più famoso al mondo, si possono vedere tutte, e come per tutte le cose belle, vedere ma non toccare.
Ogni angolo del museo pulsa di emozioni, un mix di gioie, dolori, gloriose vittorie e brucianti sconfitte che riaffiorano alla mente come un vecchio forziere arrugginito ma che se aperto, trovi ancora i dobloni lucenti, intatti. Sissignore dobloni, oro, diamanti, per gli sfegatati fan della formula 1, quella vera, tutto lo spazio è un immenso tesoro. Si parte con la prima auto da corsa che mise in pista il Drake, praticamente una Lancia comprata e rivisitata, fino alla William numero 2 del compianto Ayrton.
Succede ogni tanto che al Nume vengono strane idee in testa e tu non puoi/vuoi osare contraddire, te ne pentiresti amaramente. Succede cosi: il telefono squilla e lui dall'altra parte sentenzia, ciao tutto bene? Ok, senti questo è programma, io ti portò al MEF e ti faccio da cicerone, ma tu mi scrivi le tue impressioni sul blog. Non si può rinunciare saresti da rinchiudere e visto che l'uomo mi onora della sua stima e amicizia non ci sono altri impegni, accetto a occhi chiusi. Ora, io con la penna non sono e sarò mai in confidenza, non ho una grande cultura e un lessico che possa competere con dei fuoriclasse come Leo o alcuni cloggari, ma per me la cosa più difficile è proprio tirare fuori e mettere per iscritto il vulcano di emozioni che ho provato vedendo la macchina dei miei sogni. Ovvero la 312 T di Forghieri. Ragazzi io nel 75 avevo 10 anni e vedere Niki, in quei pochi GP che la Rai trasmetteva allora, era uno sballo pazzesco.
Sveglio alle 5 del mattino per assistere sconsolato al suo ritiro al Fuji nel 76, con latte, briosce e .... rutto libero, (rito ripetuto negli anni di michael ma con lambrusco e spaghettino) non aveva prezzo.
Solo qualche anno più tardi con qualche amico, armati di ciao, bravo (i più fighetti) e 4 marce scassati, andavo da Vignola a Maranello di nascosto dai miei, con 3/4 amici malati di ferrarite acuta, a vedere atterrare Gilles col suo elicottero e dietro ad una rete aspettare ore l'aviatore girare sulla T4, anch'essa presente al museo proprio vicina alla Renault RS10 di Renee Arnoux come nel duello di Digione.
Ma come tutti i comuni mortali non sono mai riuscito a vedere una monoposto ad un metro di distanza che non fosse rossa, cioè alle gare mica qualcuno mi ci portava e comunque nessun aggancio per avere un "pass" per i box in qualsiasi circuito o chissà dove. Col passare degli anni, come spesso accade, molti miti che da ragazzino mettevi in cima alle preferenze, cominciano a perdere quota, non so se per un inasprimento della persona sui problemi più seri della vita o perché le cose inevitabilmente tendono sempre al peggio, ( quest'ultima è una mia teoria non prendetela per buona) un po' svanisce l'effetto e allora, non sei più affamato come prima a trovare un "gancio" per infilarti in certe cose. Se arrivano bene, altrimenti non ti fai "compatire" come si dice dalle mie parti a scroccare un ingresso vip.
Devo ammettere che questa mostra al MEF ha carte vincenti, come dicevo sopra puoi trovare la monoposto inedita della Porsche, o quella della bolognese Tecno pilotata dal pilota più sfigato della storia (altroché Barrichello) Chris Amon, colui che segnalò Gilles al Drake.
Apro una parentesi, era cosi perseguitato dalla sfortuna che che anche in testa alla gara, molte volte all'ultimo giro gli succedeva sempre qualcosa. Ammetto che mi ha affascinato Amon, anche il vecchio di Maranello si è dovuto ricredere sulla sua frase che la sfortuna non esiste. Mario Andretti diceva che se Amon facesse il becchino la gente non morirebbe più!!!!
Chiudo la parentesi, andando avanti col film potete ammirare l'ultima Maserati e la Mercedes di Fangio, dalla Brabham Alfa di Carlos Pace al gioiello dell'ing. Chiti di De Cesaris, la Ligier di Jacques Laffite, la Ferrari di Mansell, infine il "magone" ti prende la gola quando vedi vicine la mecca Mp4/4 e la Williams Fw16, cioè le ultime di Senna.
Adesso basta, cosa ve lo dico a fare, io credo che questa iniziativa sia da non perdere, andate e .... provate sulla vostra pelle. Un caro ringraziamento al Nume come al solito, e un saluto a tutti. Tenete botta, Rhodes
Ps: un anno dal missile che ha colpito MA NON AFFONDATO l'Emilia, penso di avere delega e portare la solidarietà di tutto il Clog alla mia gente.