Profondo Rosso

Dal vostro inviato (nel passato) Mazgiorg

Care pazzoidi ed egregi lunatici, come forse qualcuno rammenterà nel mese di maggio ho condotto il mio Dante personale, alias Rhodes, in visita al MEF, il Museo Enzo Ferrari di Modena, attualmente dedicato ad una collezione di meravigliose monoposto di F1, il meglio della storia da Gran Premio dal 1951 al 1994. Ho poi formalizzato l'invito congiunto, che confermo, alla premiata ditta Re Minosse-Luisa.
Essendo mia intenzione, oltre alla affiatatissima coppia, ospitare nel cuore del MEF un cloggaro al mese, per giugno ho selezionato il prodigioso Mazgiorg. A parte i...Promessi Sposi, uno/a verrà a luglio, uno ad agosto, uno a settembre e uno ad ottobre, scadenza della mostra.
Prima di cedere la parola a Mazgiorg, riferirò qui e ora che mentre stavamo battibeccando come zitelloni inaciditi su Vettel-Alonso-Kimi, all'improvviso la maledizione di Ross Brawn si è abbattuta su di noi. Pum: scoppio di una gomma. E' così iniziato un penoso test privato ma non segreto, nel senso che ci hanno notato, sui cerchioni, i cani e anche i porci.
And now....
MAZGIORG RACCONTA!!!
Cari Cloggari, qui a Sassuolo non ci sono solo piastrelle e la Serie A..oltre al sottoscritto, “la città” dona i natali al Numero 1 dei giornalisti (dire sportivi è riduttivo..): e quando Leo chiama si molla tutto e si va! Figurarsi se mi faccio scappare l’opportunità di essere suo ospite al MEF!! Invito da me accettato con orgoglioso entusiasmo, pur consapevole che nell'espletamento della dovuta pratica di resoconto al clog (unica condizione a cui sottostare) avrei fatto rimpiangere fior di scribacchini.
Mi sono presentato con la consueta puntualità (l’orologio avanti di 10 minuti non sbaglia mai...) e ho subito aggredito il Nume con una richiesta di spiegazioni sulla - almeno per me - sorprendente presa di posizione sul tamponamento (giusto per chiamare la cosa per nome e cognome...) del Pupo ai danni dell'ultimo iridato di Maranello: ebbene sì, manco a dirlo, il Leo ha sventato tale perfidia con la risoluta saggezza dei forti e ci siamo prontamente diretti a Modena, dove siamo giunti in una manciata di minuti.
Ammetto che ero incuriosito dall'aspetto architettonico della struttura: vista la mia più che ventennale esperienza di "piastrellaio", ho sviluppato una certa diffidenza nei confronti delle realizzazioni di parecchi architetti...onestamente, devo dire che la creazione ti accoglie con avveniristico garbo fin dall'esterno, richiamando la tradizione motoristica con l'ormai famoso tetto giallo a forma di cofano.
Una volta all'interno, lo spazio degrada e si apre su una hall dal contenuto annunciato, un salotto da lustrarsi gli occhi.
Sebbene fosse la più lontana, ho riconosciuto subito dall’inconfondibile cupolone bianco con banda tricolore la 312 T iridata del 75 e ho vacillato pericolosamente...il Nume mi richiama all’ordine e mi accompagna fra questo ben di dio fra cenni e curiosità relativamente ad alcuni esemplari in mostra...esemplari sinonimo di una F1 romantica, lontana dal moderno incrocio fra corse automobilistiche e wrestling... beh, mi sono lanciato in mera contemplazione. La Renault di Arnoux a Digione, l’Alfa Romeo del campione mondiale di tic De Cesaris, la Rossa papera di Gerhardone, la McLaren e la Williams del povero Ayrton, la splendida Brabham-Martini di Pace..che dire?! Tutto lì, davanti ai miei occhi!
Il tutto condito dagli elmi di grandi piloti: a lato della splendida Mercedes carenata, un momento di sentita gratitudine dinanzi al "famigerato" casco di Hunt "the shunt", nemico di noi ferraristi di Laudiana memoria, colui che però consigliò a Teddy Mayer (allora dt McLaren) di mettere in macchina un presso che sconosciuto fenomeno canadese, idolo del Quebec, dal quale le aveva appena buscate di santa ragione in un GP ad inviti di formula Atlantic a Trois Rivieres.
Vedo che sto andando fuori tema...dopo un momento di sincera devozione al cospetto della T4 con i manichini di Gilles (alla guida) e Jody il Nume mi chiede di quale macchina vorrei parlarvi: “della Ligier di Laffite”, rispondo prontamente e notando una certa sorpresa. Sai, sulla T4 sarebbe troppo facile...
Ohi, per i più giovani, dovete sapere che il team francese debuttò in F1 con una monoposto (allora dotata del motore Matra) sfoggiando una splendida livrea bianco-azzurra dello sponsor tabaccaio Gitanes e un incredibile cupolone: era il ‘76 e rimasi colpito a tal punto dal prendere in simpatia questi (verosimilmente) supponenti francesi e la loro bellissima macchina. L’esemplare in mostra, caro cloggaro Mmorok, è la JS11 del ‘79: sai anche meglio di me che, convertitasi al motore Cosworth e progettata dal mitico Ducarouge, questa favolosa wing-car vinse due GP col tuo “Jacquot” Laffite ed uno con quella “ciminiera” di Depailler, prima che si incartasse precipitando col deltaplano e fosse sostituito da Jacky Ickx. Rimane, a mio modesto avviso, una delle F1 più belle di sempre, sicuramente degna di alcune righe del vostro inviato.
Una volta lasciato il padiglione espositivo, la visita prosegue nell’attigua casa natale del Grande Vecchio: una percorso guidato e ben allestito, fruibile con l’ausilio di audio-visivi e condito da veri e propri cimeli del Drake, inclusa la pagina di contratto con la nota, scritta di suo pugno, con cui, di fatto, sfancxlava i vertici Ford, che dopo tanti anni avrebbero prodotto il gioiello pick-up F150.
A quel punto, siccome non di solo pane vive l’uomo, ci siamo accomodati per un defatigante snack a base di tortelloni. lambrusco d’ordinanza e considerazioni in ordine sparso sull’amato mondo della F1.
La gita si conclude con un tranquillo (ehm...) rientro in quel di Sax Oleum in preparazione spirituale alle qualifiche di Montreal. Ciao Nume, grazie davvero! Tuo devoto Maz
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