…e un pensiero per Ayrton, the Best
So bene che quando avanza il Generale Agosto, per giunta col caldo che fa, beh, può esserci il tempo per ragionare su argomenti, come dire, astratti.
Sempre meglio che perderlo, il tempo, a proposito di Berlusconi/arresti doniciliari/servizi sociali/cagnolino Dudu.
E insomma alcuni amici, prendendo spunto da una mia riflessione su Schumi e Mercedes, hanno rianimato l'infinito dibattito su Senna e il Vecchio Zio di Kerpen.
La mia opinione in merito credo sia nota.
Quando dico che non è negoziabile, ovviamente non pretendo sia condivisa, ci mancherebbe. E' come quando ti chiedono se al cinema preferisci Al Pacino o De Niro. Ogni risposta è buona, trattandosi di valutazione soggettiva.
Aggiungo che io per Ayrton provo, ancora oggi, un sentimento speciale.
Avevamo la stessa età.
Quando mi sono affacciato stabilmente sul convulso mondo della F1, a pelle la mia preferenza era per Prost. Così, istintivamente.
Dopo di che, grazie ad un amico comune, un fotografo bolognese che si chiama Angelo Orsi, ebbi modo di conoscere direttamente il brasiliano.
Ho già raccontato in questa sede come si sviluppò la reciproca simpatia, con alcune manifestazioni di affetto (affetto, esatto) da parte di Senna nei miei confronti.
Lui era già un Mito, io ero uno sconosciuto pennivendolo di provincia italica. Voglio dire che la sua cortesia era assolutamente disinteressata.
Ciò nonostante e a scanso di equivoci, nel 1990 io ho sperato, da ferrarista, che il titolo lo vincesse Prost. E siccome ero l'unico a sapere che in caso di epilogo 'allo sprint' Ayrton non avrebbe esitato a buttare fuori pista Alain (me l'aveva detto lui, Ayrton, in aeroporto a Lisbona prima di un Gp del Portogallo e l'avevo scritto sul giornale), eh, quella domenica a Suzuka'90 espressi un giudizio durissimo sul conto del brasiliano.
Non per questo diventammo meno amici.
Sul confronto con Schumi, personaggio che ho raccontato per oltre vent'anni parentesi malinconica in Mercedes compresa, ho un'idea che resiste all'usura del tempo.
Quando apparve Michael sui radar della F1, Senna, che era molto intelligente e molto sensibile, si accorse subito che quel giovane tedesco irrispettoso poteva essere, per lui, quello che Ayrton era stato per Prost.
Il Pericolo, con la maiuscola. La Minaccia ad una supremazia ormai considerata inviolabile.
Reagì di conseguenza. Con molta asprezza personale e molta cattiveria agonistica. Peraltro ricambiata dallo Zio di Kerpen.
Se prendiamo il 1993, stagione nella quale entrambi disponevano di un mezzo nettamente inferiore alla Williams di Prost, non c'è dubbio che Senna abbia schiantato Schumi sul piano dei risultati, delle prestazioni.
Può non piacere ai devoti di Michelone, ma almeno su questo non è lecito discutere.
Poi è giusto ragionare, all'infinito, sul fatto che Schumi era ad inizio carriera, aveva meno esperienza e certamente il team Benetton dell'epoca era qualitativamente inferiore alla rodatissima struttura McLaren.
E possiamo anche strologare, sempre all'infinito, su quello che sarebbe stato l'automobilismo con entrambi in pista a duellare ancora, dal 2 maggio 1994 in avanti.
Concludo dicendo che se mi si chiede una graduatoria riservata ai piloti che ho visto, o in tv dal 1974 o in pista dagli anni Ottanta, io non ho dubbi.
Ayrton primo.
Schumi secondo.
Per il terzo gradino del podio, avrei parecchi candidati, da Prost a Mansell a Lauda, ma ci vorrebbe un libro, non un blog.
Di sicuro, almeno finora e per ora, nei Top Three non collocherei nessuno dei campioni del 2013.
Magari è colpa della nostalgia e del rimbambimento, ma non mi farete cambiare opinione.