Vettel come Prost, ma solo nei titoli
E' possibile, anzi addirittura probabile, che domenica in India il prode Seb raggiunga il Nasone di Francia a quota quattro titoli mondiali.
Io c'ero quando Prost celebrò il suo poker iridato, annunciando in contemporanea il suo addio alle corse, motivato dal fatto che Frank Williams aveva deciso di puntare su Senna.
Cosa accadde di lì a poco lo sapete e non è il caso di tornarci su.
Ovviamente, aborrooooo!!! i paragoni tra personaggi di epoche distinte e distanti, dunque dico subito che un accostamento tra Vettel e il Professore mi lascia indifferente, al di là delle eguaglianze statistiche. Sono cambiate troppo cose e mischiare le pere con le mele non ha senso.
In compenso, la meritata quadriglia di Seb mi offre lo spunto per recuperare al meglio la figura di Prost.
E' inutile girarci intorno.
Nell'immaginario collettivo, complice la tragedia di Imola, Alain è stato surclassato dal ricordo di Ayrton, dalla memoria del brasiliano magico.
Preciso che, avendo vissuto quella epopea da vicinissimo, io rimango di un parere espresso a Senna vivo: a mio parere Senna aveva qualcosa in più. Qualcosa forse di inspiegabile, indicibile, indefinibile. Era quel carisma che si traduceva, nell'istante supremo, nella infinitesimale diversità che determinava il passaggio di fase dal Bello al Sublime.
Ecco, Ayrton al volante era Sublime.
Ciò nonostante e a scanso di equivoci, Prost è stato un grandissimo.
Disponeva di un talento che non aveva bisogno di esternare platealmente. Era un maestro nella preparazione della macchina e coltivava un estro 'politico' per incidere su equilibri non assoluti (chiedere al Mansell ferrarista del 1990 per informazioni).
Probabilmente Prost, senza la scimmia di Senna sulla spalla, sarebbe stato il primo campione a raggiungere e superare il record dei cinque titoli di Fangio.
A me Alain non garbava tantissimo sul piano umano, perchè mi sembrava troppo disinvolto nelle relazioni extra pista, da lui sfruttate con un cinismo da affarista: ma questo nulla toglie ai suoi meriti sportivi (e del resto a Maranello tanta gente, a dispetto del malinconico epilogo, gli voleva bene, a cominciare dal mio amico ingegner Mazzola).
Quanto a Vettel, penso possa sentirsi onorato di essere, in termini di titoli in bacheca, sullo stesso piano del Professore di Francia.
In attesa, ovviamente, di superarlo presto.