Il terzo segreto di Abu Dhabi
Fra cinquant'anni, quando non ci sarò più, voi invece sarete certamente in grado di verificare quanto e cosa del Gp di Abu Dhabi sia entrato a far parte della storia della Formula Uno.
Personalmente dubito che il pur suggestivo tracciato tra le dune di Yas Marina valga Spa o Suzuka, ma chissà.
In compenso, giusto per restare alla cronaca fresca e recene, il Deserto ha già svelato, in poco tempo, tre segreti stupefacenti.
Il primo segreto è datato 2009. Fu lui che Schumi, ufficialmente ancora alle dipendenze della Ferrari, chiese un colloquio al vecchio amico Luca Cordero di Montezemolo. Per annunciargli che ormai aveva deciso: nel 2010 sarebbe tornato in pista, al volante di una macchina che si sarebbe chiamata Mercedess.
Narra la leggenda, che spesso è più vera della realtà, che all'avvocato il ciuffo prese ad agitarsi a mò di tergicristallo sotto un diluvio fracassante. E in effetti fu un diluvio di emozioni, con mesto epilogo (da qualcuno sommessamente ipotizzato).
Il secondo segreto è datato 2010. Come una festa annunciata si trasformò in un drammone internazionalpopolare. Sono stati versati (anche da me) fiumi di inchiostro sul clamoroso autogol della Ferrari, sulla decisione di 'marcare' Webber dimenticandosi di Vettel e anche sul pomeriggio speso da Alonso a studiare il retrotreno di una monoposto guidata da Petrov.
E' troppo facile ripetere che quella sera, sotto le luci artificiali, la storia della Formula Uno prese una piega inimmaginabile. Io so che con i 'what if' in stile Marvel non si costruisce un accidente, ma talvolta mi capota di chiedermi come sarebbe cambiata la percezione di ognuno di noi se nel 2010 ad Abu Dhabi fosse uscito il risultato che, alla vigilia, praticamente tutti davano per scontato.
Dopo di che, va bene: se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una carriola e morta lì.
Il terzo segreto del Deserto è datato 2012.
Il Gran premio vinto da Kimi Raikkonen, primo successo della sua seconda carriera. A spese, tra i tanti, di Fernando Alonso, che aveva un disperato bisogno di punti in chiave iridata.
Narra la leggenda, che talvolta è più vera della realtà, che la sera tardi, casualmente, Stefano Domenicali incrociò il Santo Bevitore. Gli disse: Kimi, oggi ci hai fatto sportivamente incazzare, ma sono contento per te.
Il Biondino rispose: per te mi dispiace, ma solo per te.