Profondo Rosso

Al posto di Raikkonen a tavola c’era Johnny99

Come qualcuno tra voi ricorderà, nel corso dell'anno ho promesso di accogliere al Mef, il museo modenese dedicato ad Enzo Ferrari, una pattuglia di amici cloggaros.

Tutti gli...intervenuti hanno narrato qui la loro emozione. Ora siamo agli sgoccioli e in attesa del botto finale con il Vice Nume Odin mi pregio di ospitare la relazione di un antico pilastro di questo ameno luogo, il Pupone Totti del blog, insomma lui, il Rudi Garcia delle opinioni, in arte Johnny99.

Preciso che in verità io giovedì dovevo vedermi con Kimi, ma Odin aveva la precedenza e con lui pure Johnny99 e non venite a dirmi che non vi voglio bene.

Si proceda.

JOHNNY99 REORT

"Comincio il racconto della splendida giornata vissuta giovedì da ciò che nei film scorriamo sempre nei titoli di coda, ovvero dai ringraziamenti. Ringraziamenti che vanno ovviamente al nume ed al vice nume, che mi hanno invitato a visitare in loro compagnia la mostra Grand Prix, evento imperdibile per ogni vero amante dei motori e delle corse. Ho cominciato parlando di cinema, perché mi piace paragonare l’esperienza che si vive al MEF a quella che si vivrebbe sul set di un film di grandiosa produzione, ed il film che si gira è quello che narra l’epopea della F1, dagli albori fino ai nostri giorni. In una splendida struttura moderna, armoniosamente inserita nel contesto della casa Natale di Enzo Ferrari, si possono contemplare (non riesco a trovare termine più adatto) tante vetture che hanno fatto la storia della F1; dall’Alfetta 159 di Nino Farina, prima monoposto campione del mondo, all’Alfa Romeo condotta da Andrea De Cesaris, dalla Lancia Ferrari D50, alla Ferrari 312 T4. Proprio quest’ultima monoposto non poteva certo non colpirmi e per tante ragioni: è stata l’ultima Ferrari mondiale prima del lungo digiuno, l’ha guidata il grande Gilles Villeneuve ed è stata coprotagonista durante il Gp di Francia del 1979 dello splendido duello con la Renault R14 di Renè Arnoux. Proprio quest’ultima monoposto troneggia maestosamente vicino alla Ferrari T4, a memoria di quell’indimenticabile episodio, simbolo di tutto ciò che gli appassionati desiderano dalla F1, ovvero duelli ruota a ruota fino all’ultimo respiro. Sotto la guida di Leo, preziosa fonte di notizie ed aneddoti su ogni singola monoposto esposta, l’occhio del visitatore cade anche sulla ricca collezione di caschi esposti (per quelli dell’era pioneristica è più appropriata l’espressione di semplici copricapo), tra cui quello di Fittipaldi, che porta ancora i segni di una ruotata, quello che Jochen Rindt indossava il giorno del suo fatale incidente e quelli di Salo ed Irvine, insolita e simpatica accoppiata ferrarista. La mostra è però anche l’occasione per richiamare alla memoria vicende lontane, per la presenza di vetture dal ricco retroterra storico ed emotivo, come la Lancia Ferrari D50, destinata originariamente ad Ascari, con cui la Lancia intendeva lanciare la sua sfida nelle piste. Fu invece protagonista del tormentato rapporto tra Juan Manuel Fangio ed Enzo Ferrari, che sfociò comunque in un titolo mondiale piloti. Saltano agli occhi la monoposto interamente Porsche nella massima formula, con la sua caratteristica ventola per il raffreddamento ad aria (in un’epoca in cui i costruttori, non imprigionati da assurdi regolamenti, erano liberi di essere se stessi), e la Tecno, piccola scuderia bolognese che con tanta passione ed artigianalità riuscì a prendere addirittura un punto iridato durante la sua fugace apparizione, altra impresa che sarebbe oggi impossibile in una F1 dai budget sempre più faraonici. La Lotus di Jim Clark fa invece riflettere sui rischi che correvano i piloti di allora, in tempi che non è retorico definire eroici e pioneristici. La visita è obbligatoriamente proseguita all’interno della casa natale di Enzo Ferrari, ove è possibile vedere filmati d’epoca e riascoltare la voce del Drake ripercorrere la sua incredibile vicenda umana, sportiva ed industriale.

Tutto questo non poteva che essere coronato da un pasto all’insegna di Lasagne innaffiate di Lambrusco. Sapere poi che negli stessi istanti, l’ultimo campione del mondo della Ferrari, a pochi Km di distanza, stava prendendo le misure per il suo sedile, ha reso la giornata ancor più bella".

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