Obrigado, Felipe
Oggi, al Mugello, la Ferrari si congeda ufficialmente da Massa. E viceversa.
Resteranno due impegni da onorare, in Texas e a Interlagos, ma siamo, simbolicamente, al passo d'addio.
Talvolta alcuni amici mi hanno rimproverato una certa asprezza di giudizio, nei confronti di Felipe.
Ammetto che non hanno tutti i torti. Ma vorrei tentare, qui e ora, di spiegare meglio il mio pensiero. Premettendo che non c'è nulla di personale: il ragazzo è simpatico, bene educato, mai sopra le righe negli atteggiamenti. Tutto si può dire di Massa 'uomo', ma non che sia uno che se la tira.
Io ho sbagliato, con Felipe, nell'estate del 2005. Quando si seppe che la Ferrari, che lo aveva sotto contratto come collaudatore da un po', lo aveva scelto per la eredità di Barrichello, beh, insorsi. In nome di un principio che suonava quasi ridicolo, nella berlusconiana Italia del conflitto d'interessi: trovavo disdicevole che sulla Rossa venisse collocato un driver che aveva come manager il figlio del suo datore di lavoro, cioè Jean Todt. E dunque dubitavo che il nepotismo avesse giustificato una soluzione non all'altezza delle esigenze 'Rosse'.
Questo scrissi nel 2005.
Non avevo ragione (sul conflitto d'interessi ovviamente sì, sulla scarsa opportunità del connubio famiglia-lavoro ovviamente anche) nell'estendere la mia critica a dubbi e perplessità sulle qualità del pilota.
Mi ricredetti a Suzuka2006, in un week end fondamentale per la storia (e purtroppo sfortunato per Schumi): pochi lo ricordano, ma al sabato la pole la fece Felipe. Così, lì in Giappone, mi dissi: uhm, raccomandato certamente sì, ma fermo proprio no.
Aggiungo che Massa è stato molto, molto competitivo nel triennio successivo, cioè fino alla molla di Budapest. Nel 2007 è stato decisivo pro Kimi, nello spasmo iridato. Nel 2008 sappiamo come ha perso il titolo: sicuramente non per colpa sia (vedi biella di Budapest e pit stop di Singapore).
Ciò non toglie che io lo abbia sempre considerato un gradino sotto a Raikkonen.
Dopo l'incidente dell'estate 2009, la tela è calata.
Penso che la Ferrari abbia agito umanamente bene concedendogli un'altra chance, una volta esaurita la convalescenza.
Ma penso (l'ho scritto spesso) che PRIMA della molla ungherese, apprendendo che a Maranello puntavano per il futuro su Alonso, ecco, penso che lì Massa doveva salutare la compagnia, perchè evidentemente in Ferrari continuavano a viverlo e vederlo come un buon numero due e niente più.
Le cronache dell'ultimo quadriennio mi danno ragione, credo. E le cronache stesse sarebbero state molto diverse se Kubica non si fosse schiantato in una mattinata da rallista in Liguria.
Riassumendo.
Otto stagioni di F1 con la Ferrari sono quasi un record. Sono un pezzo di storia. Una storia non sempre bella, ma degna di rispetto. In particolare da parte di chi, come me, ha un cuore ferrarista.
Obrigado, Felipe. E buona fortuna.