Pagellone2013, per Ham sufficienza di stima
Non sarebbe male, nel giudicare, collocare cose e persone in prospettiva.
Mi spiego.
Se alla fine di un 2012 molto deludente, in coincidenza con il nuovo addio di Schumi, ci avessero detto che la Mercedes avrebbe collezionato pole su pole, riuscendo anche a vincere tre Gp e a chiudere il campionato al secondo posto tra i costruttori, ecco, avremmo probabilmente pensato ad uno scherzo.
Non eravamo in pochi, cioè, ad immaginare che Lewis Hamilton si fosse lasciato sedurre dai quattrini della Daimler Benz, a dispetto dei successi in pista.
I fatti del 2013 dicono invece che mi sbagliavo, che ci sbagliavamo (almeno, quelli che ragionavano come me).
Al netto di tutte le speculazioni sull'osceno test segreto con le gomme, è fuori discussione la progressione Mercedes sul terreno dei risultati. Ovviamente non è stata al livello Red Bull (non da Spa in poi, certamente), ma tra il lusco e il brusco e di riffa o di raffa ci siamo ritrovati con un top team in più.
Ciò premesso, la mia fede nel Nero (che per ignari, immemori e babbei in transito io definito potenzialmente il migliore tra i piloti di oggi, a teorica parità di macchina: così ci risparmiamo le tirate da ultras) è venuta incrinandosi.
E' un paradosso, ne sono consapevole.
Ma mi spiego.
Ho avuto l'impressione, nell'arco del campionato, che Lewis potesse dare di più. Ho avuto l'impressione, insomma, che in talune gare risaltasse una suavaga indifferenza. Come se fosse in via di esaurimento la sua spinta propulsiva (cit. Enrico Berlinguer).
Certamente mi sbaglio.
Incompenso, è curiosa l'autocritica del personaggio: in più di una occasione, Ham si è proclamato deluso dalle sue prestazioni. Non ha tirato in ballo la macchina: ha proprio sostenuto di non avere fatto tutto quanto doveva.
Riassumendo, gli consegno una sufficienza di stima. E' vero, è riuscito là dove Schumi, in tre anni, non ce l'aveva fatta. Però con i miei idoli io sono esigente.
Il vero Re Nero (stile 2007, ma anche 2008) è un'altra cosa.