Profondo Rosso

Schumi 45

Schumi 45.

Dicono che i compleanni siano anche un pretesto per recuperare i ricordi migliori.

Pensando al pilota, al Campionissimo, io ne scelgo tre.

Suzuka 2000, per il significato simbolico enorme, una pagina di storia dell'automobilismo, l'Anno Zero della Formula Uno, che cambiò per sempre alla luce di un risultato che avviava un'era.

Monza 2003, il duello titanico con Juan Pablo Montoya, la Sfida al livello più alto di tensione divorante, un inno alla velocità purissima, una battaglia di corpo e mente, una apnea psicologica lunga più di un'ora.

Brasile 2006, The Last Hurrà, il modo perfetto di celebrare un congedo e non importa che il nome di Michael non appaia nell'albo d'oro di quel Gran Premio, a me non è mai piaciuta la teoria del Vincitore Morale, però ci sono situazioni nelle quali la dignità dello Sconfitto è talmente grande da mettere in secondo piano l'esito aritmetico di una competizione, di un campionato, di una classifica.

Poi spero tanto ci sia una quarta impresa super. Sogno di raccontarla in occasione del quarantaseiesimo compleanno del nostro Campionissimo. E ci siamo già capiti.

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