A Taormina con Briatore (e con Mameli)
Sempre a proposito di presentazioni di monoposto.
La più surreale alla quale mi sia capitato di assistere ebbe luogo a Taormina.
Era il gennaio del 1996.
Flavio briatore non faceva ancora il Boss televisivo.
Schumi si era appena trasferito a Maranello.
Credendosi molto furbo, l'abbronzatissimo Flavio ingaggiò la coppia Alesi-Berger.
Disse una cosa memorabile: io li farò vincere con la Benetton, perdevano in passato per colpa della Ferrari.
Ecco, appunto.
Io assistevo allibito ad una carnevalata senza precedenti.
Briatore era in formissima. Disse anche: ormai la Ferrari non rappresenta più l'Italia, l'Italia che corre in Formula Uno si identifica in noi della Benetton.
Io pensavo alle Isole Vergini e tra i ruderi del teatro antico di Taormina davo segni di svenimento.
Non solo.
Al momento clou, mentre Alesi e Berger gli scondizolavano intorno, l'ottimo Flavio aggiunse: prego, un attimo di silenzio.
E vai con l'inno di Mameli sparato a palla, Briatore con la mano sul cuore, Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, eccetera.
Tutto documentato, eh.
Mi permisi di scrivere che il tutto mi sembrava un po' eccessivo, vagamente sgangherato. Fui l'unico. Tutto documentato, ancora.
Il resto della storia (chi rappresentasse l'Italia, con un gran pilota tedesco al volante, reo però di non parlare nella lingua di Dante) è consegnato agli albi d'oro, agli archivi, ai curriculum.
Veramente io sono come l'androide di Blade Runner.
Ho visto cose che voi umani, eccetera.
Buon week end.