Profondo Rosso

Jonathan e Kimi a Maranello (e ciao a Button sr)

Due o tre cose da raccontare.

Ci ha lasciato il padre di Jenson Button. Si chiamava John, aveva settant'anni, rappresentava una certa idea della vita ai box. Io quando lo vedevo pensavo istintivamente a Lord Hesketh, l'uomo che lanciò in Formula Uno un certo James Hunt. Era un bel personaggio, mi mancherà la sua allegria, anche la sua estraneità agli schemi rigidi del modernismo 'ecclestoniano', così fintamente perfetto.

Poi oggi a Maranello sono arrivati due tizi.

Kimi è sbarcato nella casa ritrovata per andare a sciropparsi un po' di simulatore.

Si ferma fino a mercoledì, pare non abbia organizzato ancora partite di hockey su ghiaccio in quel di Fanano, di sicuro è clamoroso l'entusiasmo che raccoglie tra le maestranze quando lo riconoscono.

Il resto, lo scopriremo solo vivendo.

Infine, in Ferrari, con incarico dedicato ai rapporti con gli sponsor di F1, ha debuttato oggi un mio amico caro, si chiama Jonathan Giacobazzi, è modenese anche seha il nome di un celebre gabbiano letterario e insomma qui e ora mi fa piacere augurargli buon viaggio, anzi, stante la suggestione da romanzo, buon volo.

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