Profondo Rosso

L’intrigo tra Alonso e il Dennis-bis

C'è qualcosa di intrigante, dietro e dentro l'annunciato ritorno di Ron Dennis al timone della McLaren.

Mie fonti sostengono che Dennis si sia stufato dell'autoesilio al quale si era consegnato, in particolare dopo la cosmica figuraccia della spy story (alla quale,  l'ho scritto spesso qui e non solo qui,  ritengo egli fosse estraneo, nel senso che la sciagurata operazione venne gestita, in McLaren, di fatto alle sue spalle).

L'algido Ron inoltre ha maturato un sentimento di diffidenza nei confronti di Martin Whitmarsh. Una delle ragioni del deterioramento della relazione tra i due riguarderebbe  Perez, la sua assunzione, la forse frettolosa liquidazione, eccetera.

C'è poi chi sostiene che a Dennis non sia piaciuta per niente la costante attenzione manifestata da Whitmarsh per un futuro ritorno di Alonso (vedi, ancora, conseguenze della terrificante estate del 2007).

Boh. Non so. Di sicuro l'ultima stagione McLaren, la peggiore nella storia della scuderia,  ha alimentato molti malumori, mentre il rilancio della collaborazione con Honda è una soluzione da verificare in pista e solo dal 2015, dunque con un 2014 che potrebbe somigliare all'Inter di Thohir, leggi transizione senza prospettive e bla bla bla.

Certamente non è una stranezza il fatto che la gerontocratica Formula Uno veda riemergere sempre le stesse facce, dunque considero scontata la permanenza di Ecclestone, anche post processo, al vertice del business.

Questi qui non mollano mai l'osso, per quanto rosicchiato l'osso medesimo sia.

Ps. Era scontato anche l'accordo Pirelli per tre anni. Per Pirelli è una buona notizia. Per la F1, non saprei.

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