Profondo Rosso

Ancora su Newey (e Byrne)

Ancora su Newey, visto che l'argomento diverte.

Naturalmente e notoriamente,  io penso davvero che Adrian sia un Genio.

Lo ha dimostrato, per decenni.

Ciò non toglie che, in certe fasi, pure lui abbia compiuto le sue belle cappelle.

Dal mondiale di Hakkinen del 1999, per dire, al mondiale numero uno di Vettel, 2010, trascorrono undici (11) anni.

Durante i quali Newey non ha toccato palla. Undici anni. Quattromila e passa giorni.

Quando si parla di cronache del passato, bisogna avere la consapevolezza che c'è chi vince e c'è chi perde, magari a turno.

Non solo.

Newey è la storia grande dell'automobilismo. Sarà ricordato dai nostri nipotini, se ancora studieranno le testimonianze della memoria. Così come i nipotini celebreranno Rory Byrne, che ha vinto i sette mondiali con Schumi, tra Benetton e Ferrari.

Questo dettaglio mi permette di aggiungere una cosa.

Vettel ha vinto meritatamente quattro titoli con la macchina di Newey.

Dal 2010 al 2014, soltanto i babbei in transito (mi dispiace, ma i fatti sono fatti) lo negano, tolte sporadiche occasioni domenicali, la Lattina è stata la monoposto complessivamente più competitiva.

Prenderne atto non toglie nulla alla grandezza di Seb.

E' come se io togliessi qualcosa alla grandezza di Schumi solo perchè scrivo che Rory Byrne è stato, in una certa fase, il miglior interprete della progettazione.

Dopo di che, se ci interessa approfondire, con i documenti sotto mano, io posso aggiungere questo.

Vettel, sempre grandissimo così il cloggaro Filippo non si strappa i capelli e rinuncia ai toni piagnucolosi, ha avuto la macchina più forte, nei suoi quattro mondiali. Due li poteva perdere (2010 e 2012) per una somma di circostanze particolari, ma aveva l'auto più competitiva. Se non vi fidate di Alonso, chiedete ad Hamilton, a Button, a Michael quando si sveglierà.

Schumi NON aveva la macchina migliore nel 1994, non ce l'aveva nel 2000 e (forse, ma ci fu il cambio gomme anti Michelin prima di Monza, a suo favore) nel 2003.

Io la penso così.

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