Una recensione per Ayrton
Cari amici,
come forse sapete io considero questo ameno luogo alla stregua di una oasi.
E' un po' il rifugio della mia vecchiaia, professionale e non solo.
Dunque, mi fa piacere segnalarvi che il mio libretto su Senna, 'In viaggio con Ayrton', è già in ristampa.
Merito, si capisce, vostro. Nonchè del prefatore Dino Zoff e del postfatore Felipe Massa (al quale io non avrei mai detto che Bottas is faster, eh).
Ma la cosa più bella, che vale una vita di scempiaggini, è quella che segue sotto.
Quando uno scrive un libro, c'è chi ne parla bene, chi male, eccetera. E' normale.
Ma quando un autore riceve un commento come quello appunto che forse avrete voglia di leggere, ecco, il senso di una avventura professionale smette, di colpo, di sembrare vano.
L'amico che mi ha onorato di queste righe ci legge sempre, anche se non interviene spesso.
Si chiama Giando. Lo ringrazio di avermi fatto sentire meno inutile.
GIANDO SCRIPSIT
"Caro Leo,
ti scrivo due righe tramite la gentile intercessione di Claudio, alias Nelson66, che non finirò mai di ringraziare per aver condiviso la vostra amicizia con me ed altri appassionati.
Ho appena terminato di leggere il tuo ultimo libro.
Spesso, man mano che le pagine avanzavano, ho dovuto trattenere le lacrime.
All'ultima riga non ce l'ho più fatta e le ho lasciate uscire.
Mi sono chiesto, banalmente, perché.
Non sono mai stato un fan di Senna. Sono nato ferrarista, ne ammiravo certo le doti eccelse ma - specie da adolescente quale ero all'epoca - il mio favore era tutto per i piloti rossi, e in diverse occasioni ho anche tifato 'contro' il brasiliano.
Certamente ci sono un senso di tenerezza ‘a posteriori’ e una gran nostalgia per quei tempi andati, dietro ai miei occhi lucidi.
La vita di Ayrton e tutti gli intrecci che hai descritto con elegante delicatezza costituiscono un plot che nemmeno il George Lucas in stato di grazia di fine anni ‘70 avrebbe potuto immaginare...
Siamo stati testimoni (tu in diretta, da vicino... noi appassionati dalla tv o sui giornali) di un'epoca fantastica.
Ma la storia che hai raccontato, a mio modo di vedere, va molto oltre la tragedia di Ayrton.
Il tuo libro è un'eccezionale fotografia in soggettiva di destini, convergenze e coincidenze.
Destini, convergenze e coincidenze che sono assolutamente straordinari (nel senso più letterale di ‘fuori dall'ordinario’) solo perché il contesto della Formula 1, in questo caso, è un palcoscenico globale che dona al tutto una dimensione più ampia.
Ecco, credo che le lacrime siano uscite perché queste storie toccano corde sopite, quelle corde che riportano gli esseri umani a confrontarsi con domande enormi, ineluttabili: …Chi sono? …Dove sto andando? …Qual è il mio destino? …É un caso che abbia fatto certi incontri, certe esperienze? O doveva accadere proprio così?
Per me è un'ulteriore conferma che esistono energie, connessioni, nodi che - nel tempo - legano le persone e gli eventi ad un livello molto più profondo (e alto) di quanto la cecità a cui siamo ridotti vivendo la frenesia del quotidiano possa farci percepire o intravvedere.
Il tuo magnifico libro ci riporta a questo.
Alla sensazione che c’è qualcosa di vagamente incomprensibile dentro e sopra di noi.
Qualcosa che a volte sfioriamo per un attimo… e poi sfugge via.
Per Senna come per Ratzenberger.
Per te come per Claudio e per me.
Insomma, per tutti.
Forse sono pensieri deliranti. Forse no.
Spero tu capisca cosa intendo.
Ti ringrazio, dunque, per questo dono.
Una delle letture migliori che abbia mai avuto il piacere di fare".