Profondo Rosso

Giovanni Paolo II, un santo in Ferrari

So bene che in questa sede ci occupiamo di argomenti profani.

Però,mi fa piacere, in una circostanza particolare, parlare anche qui di Giovanni Paolo II.

Nel 1988 io ero un giovane cronista alle prime armi.

Da ferrarista autentico, conoscevo bene la tormentata storia di un rapporto difficile: quello tra la Chiesa di Roma e il cosiddetto Papa di Maranello.

C'era una antica controversia mai sanata.

A lungo il Vaticano aveva espresso una ostilità etica nei confronti delle corse, dell'automobilismo, della velocità intesa come feticcio figlio di un presunto paganesimo.

Poi sulla soglia di Pietro arrivò un polacco.

Stavo lì, quando, una domenica di giugno del 1988, Giovanni Paolo II chiese di poter visitare la Ferrari.

Non solo.

Domandò di poter percorrere un giro della mitica, pagana pista di Fiorano.

Non a bordo di una Papamobile.

Ma su una Ferrari. Una Mondial, se non ricordo male il modello.

Poichè nessuno aveva osato immaginare una richiesta del genere, la macchina venne recuperata in fretta e furia da un garage.

Piero Ferrari, il figlio del Drake, fece da autista.

Fu l'epilogo, felice, di un dissidio che meritava di essere sanato.

Ci fu anche una privatissima telefonata tra il Pontefice e il vecchio Enzo,molto malato e dolorosamente assente sul luogo della simbolica riconciliazione.

E' passata una vita.

E' un bel ricordo.

Mi andava di condividerlo con voi.

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