Profondo Rosso

Liedholm, Vettel, Ric e Alonso

Molti molti anni fa ho incontrato Nils Liedholm.

Grande personaggio. Calciatore di successo, poi allenatore di talento. Ha vinto scudetti, dalla panchina, con il Milan e con la Roma.

C'era qualcosa, nel suo modo di ragionare, che mi incuriosiva. Ogni qual volta parlava di una squadra avversaria, Nils sistematicamente ne cantava le lodi: fortissimi, temibilissimi, eccetera.

Si esprimeva così anche se la Roma o il Milan dovevano affrontare la Solbiatese.

Così, gli chiesi una spiegazione, durante una intervista.

Mi rispose con un sorriso: vede, se poi i miei vincono io posso dire che hanno compiuto un'impresa. Se perdono, posso spiegare che il valore dei rivali non trasforma la sconfitta in una umiliazione per noi.

Penso che i miei amici alonsiani dovrebbero applicare la stessa logica a Vettel.

Chiarisco.

Più si va avanti a dire (e magari è pure vero, eh) che Ricciardo sta ridimensionando Seb, con tanto di ghigno di compatimento, ecco, più, involontariamente, si mette in discussione, anche, il talento enorme di Fernando.

Infatti, se passa l'idea che Vettel non è poi granchè (sciocchezza assoluta, secondo me, a scanso di equivoci), allora se ne deve concludere che Alonso si è fatto battere, almeno nel 2010 e nel 2012, da un pilota qualsiasi.

E non sarebbe una gran cosa, per un fan dell'asturiano.

Riassumendo. Poichè non credo che le Mercedes siano agguantabili in quel di Barcellona, sarebbe persino meglio, per un ferrarista di rito alonsiano, se Vettel, con nuovo telaio, tenesse dietro l'oriundo australiano.

Perchè, ragazzi, se si decide di riscrivere la storia, uhm, si sa come si comincia e non dove si finisce. Inoltre, la storia la scrivono sempre i vincitori. Tra i quali, per questo 2014, dubito possano inserirsi Alonso e Raikkonen...

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