Profondo Rosso

Il Canada vissuto con Schumi

Questi cinque mesi 'senza' Schumi mi hanno talvolta spinto a perlustrare gli angoli di memoria, sempre sperando, un giorno, di poter condividere i ricordi con chi li ha alimentati.

Vale anche per l'imminente Gran Premio del Canada.

Oh sì, mi ricordo, io mi ricordo (cit.Mastroianni Marcello).

C'è quel flash back del 1995, l'unico Gp vinto, più di me e di te che leggi, da Jean Alesi.

Nell'ambiente sapevamo già che Michael avrebbe presto preso il posto di Giovannino, forse l'unico ad ignorare la cosa nei termini autentici era proprio il francese di Sicilia, in compenso fu molto simpatico il modo in cui il tedesco, per una volta sconfitto, accolse l'impresa del predecessore in quel di Maranello.

E poi mi viene in mente il 1998. Al sabato ci eravamo tutti fermati, box Ferrari compreso, per ascoltare dall'Italia la radiocronaca di una cronometro che poteva assegnare, e infatti accadde, la vittoria in rosa a Marco Pantani.

I meccanici di Maranello dissero a Todt: noi lavoriamo, qui è mattina mentre oltre oceano pedalano, ma lei ci lascia sentire la radio. Todt rimase allibito di fronte alla richiesta, però capitolò. La cortesia gli portò fortuna, nel senso che alla domenica, con una gara memorabile, Schumi vinse alla grande, in mezzo a polemiche feroci per una collisione con la Williams di Frentzen.

Era venuto alla corsa anche mio fratello. La sera finimmo ad ubriacarci, da ferraristi felici, in un esoterico ristorante italiano, dove il proprietario ogni tanto passava e diceva: un'altra bottiglia di bianco del Corvo di Salaparuta, in omaggio al nostro Schumi!

Resta un mistero come potemmo poi raggiungere, a piedi, l'albergo: mi pare che chiedemmo informazioni ai lampioni della strada Santa Caterina, scambiandoli per passanti.

Poi ci fu il 1999, Schumi in testa che va a baciare il muro dei campioni e addio, scrissi che non me l'aspettavo e ancora non era epoca di Blog, così mi arrivò una lettera stizzita del nostro caro Otelma, diventammo fratelli e di lì a poco lui mi guidò nell'inferno del web, senza renderci conto del mostro che avrebbe creato.

Vedete? Potrei continuare. Sono tante le piccolissime cose che mi legano a quell'uomo che da oltre cinque mesi è un Gigante addormentato. Mi rendo conto di essere patetico, ma che ci volete fare?

E' la  vita, è una vita che è andata così.

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