Una pole per Giorgio Faletti
Non sono ovviamente ancora finite le libere di Silverstone.
Ma uso questo spazio, che poi potrete usare anche domani per narrare la caccia alla pole, per salutare uno dei noi.
Non ho mai conosciuto personalmente Giorgio Faletti.
In compenso, so che era un grande appassionato di motori. E di F1. Se la memoria non fa cilecca, credo abbia anche fatto il pilota, a un livello amatoriale.
Tra le tante cose che ha realizzato nel tempo che gli è stato concesso, ho apprezzato tanto la rubrica che, all'alba degli anni Novanta, scriveva su Auto Sprint.
La mettevano in ultima pagina ed era un concentrato di intelligenza e di entusiasmo.
Caso volle che poi quello spazio lo occupassi anche io, anni dopo, certamente a un livello infinitamente più basso.
Non ho letto i romanzi di Giorgio, quelli che gli attribuirono una enorme popolarità: ma immaginavo contenessero lo stesso tasso di genialità che alimentava le sue piccole riflessioni automobilistiche.
Un suo testo pubblicato pochi mesi dopo la scomparsa di Senna potrei persino citarlo a memoria, tanto era bello e tanto mi colpì.
Avevo voglia di ricordarlo qui, in un week end da Gran Premio.