Il fric, il Frac e Berger94
Non so dire se per la Ferrari l'assenza del Fric (manca l'unanimità dei team, quindi chi lo usa è passibile di squalifica, alla luce della pronuncia Fia) significhi indossare il Frac.
In compenso, anche a titolo propiziatorio, vorrei evocare un remoto ricordo.
Era l'estate del 1994.
Annus horribilis.
Era morto Ayrton. Prima di lui era morto Roland. E poi c'era stato il drammatico schianto di Wendlinger a Montecarlo.
Andare alle corse aveva improvvisamente assunto un retrogusto amore, in uno scenario lugubre.
Ma quella domenica di Hockenheim, 1994, spezzò il pane di una speranza nuova.
Io quasi quasi stentavo a crederci. Era dall'autunno del 1990, doppietta di Prost e Mansell a Jerez, che la Ferrari non vinceva un Gran Premio.
Si erano accumulate le domeniche, le stagioni, i campionati.
Niente.
1991, zero.
1992, zero.
1993, zero.
1994, fino a luglio, zero.
Era come partecipare in diretta allo smottamento di un mito.
Poi, quella domenica.
Già al sabato le Rosse avevano sfruttato i rettilinei lunghi del circuito. Avevamo ancora il V12. Prima fila di Berger e Alesi.
Berger e Alesi!
Non dirò mai che erano due fuoriclasse.
Eppure, li adoravo.
Mi divertiva, in senso buono, persino la loro svagata citrullaggine. Erano capaci di qualunque cosa. Nel bene e nel male. Talvolta più nel male che nel bene.
Alla partenza del Gp di Germania, ci fu una carambola pazzesca. Quasi mezzo schieramento eliminato.
E Gerardone in fuga.
E io lì a contare i giri. E le stagioni. E i campionati. E gli anni.
Pensavo: uh, certamente gli si staccherà una vita a dieci chilometri dal traguardo. Oppure Gerardone sbadiglierà sotto il casco con troppo vigore, rimbalzerà su un cordolo e buonanotte.
E' incredibile come ci si possa emozionare per qualcosa che magari è niente, perchè mica c'era in ballo un titolo mondiale, solo una vittoria da ritrovare a distanza di quasi quattro anni.
Dopo, dopo il passaggio di Berger sotto la bandiera a scacchi, mi accorsi di avere una guancia bagnata.
Mi è entrato un moscerino nell'occhio, dissi alla collega giapponese che si preoccupava per il mio stato.
Sì, mo-sce-ri-no, scandì lei.
Era finita la lunga era del nostro disincanto.
Magari, senza fric e col Frac...