Profondo Rosso

La F1 di Alonso vista da Corrado Fabi

Come attestato dal selfie di un affettuoso cloggaro, selfie postato in altra sede, sono salito fino a Madesimo per chiacchierare di storie di Formula Uno.

Mi ha fatto piacere incontrare Corrado Fabi.

E' stato anche lui pilota,nei mitici anni Ottanta, sebbene il famoso di famiglia fosse il fratello maggiore Teo, ancora oggi unico italiano a poter vantare una pole nella 500 Miglia di Indianapolis (mica in una gara di kart a Marzaglia, eh).

Corrado oggi fa l'imprenditore.

Le sue osservazioni sui Gp del nuovo millennio le ho trovate interessanti, sia quelle espresse nella pubblica conferenza che poi a tavola (così l'amico Bramby si rassicura).

Le riassumo di seguito.

'Sinceramente io penso non sia possibile un paragone tra la generazione di Gilles, alla quale modestamente appartengo anche io, e i drivers di oggi. Davvero è cambiato tutto, forse è persino cambiato troppo. Sembrano due mestieri diversi! Ti faccio un esempio banalissimo: per noi sarebbe stato impensabile dialogare in continuazione via radio con gli ingegneri, al massimo ci facevano segnalazioni con un cartello quando transitavamo sul rettilineo dei box. Avessimo dovuto parlare, guidando quei mostri di macchine che nemmeno erano tante sicure, ci saremmo schiantati dopo due curve...'

'A me Domenicali non piaceva. Mattiacci mi piace ancora meno. Parlo da semplice imprenditore, eh. Ma se tu sei il capo della Ferrari, non puoi dire che forse vinceremo tra due o tre anni. Mi devi dire che stai lavorando per tornare a vincere nel più breve tempo possibile, altrimenti hai sbagliato mestiere'.

'Quante levette e pulsanti e diavolerie ci sono, sul volante di una monoposto del 2014? Secondo me nemmeno i piloti di oggi lo sanno. Così torniamo al discorso di prima, sulle differenze enormi tra mestieri che sono ormai troppo diversi'.

'Forse sono l'unico italiano in pista negli anni Ottanta a non aver spedito la classica letterina affettuosa e un po' paracula ad Enzo Ferrari. Lo facevano tutti, anche mio fratello Teo. Così poi il Vecchio ti chiamava e ti riceveva. Io niente. Non dovevo essere troppo furbo: nella mia testa pensavo, se vado forte si farà vivo lui, niente lettera. Non mi ha mai chiamato, evidentemente andavo piano...'

'Se fossi Alonso lascerei la Ferrari alla fine del campionato e se fossi la Ferrari lo lascerei andare senza rimpianti. Mi spiego. Ormai è chiaro che il rapporto è logoro. Inutile attribuire colpe, i risultati sperati non sono venuti, stop. Secondo me Fernando è un ottimo pilota ma definirlo il più grande di tutti i tempi è una comica, ha vinto l'ultimo mondiale nel 2006, ci vorrebbe un po' di equilibrio nei giudizi. Lui come manico non è in discussione, però è diverso da Schumacher, negli atteggiamenti non riesce ad aiutare la Scuderia nei momenti di difficoltà, che purtroppo non sono mancati...'

'I Gp li guardo tutti in televisione. Non è vero che lo spettacolo è noioso, anche se negli anni Ottanta l'orchestra suonava una musica completamente diversa, proprio perchè era un'altra Formula Uno, un altro mondo, un'altra vita....'

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