Ferrari, the last Bell
Debbo dire che qui in America Sergio Marchionne è molto considerato.
Ma a cena con un autorevole dirigente di un gruppo automobilistico concorrente di FCA mi son sentito dire una cosa solo in apparenza contraddittoria.
La trascrivo alla buona.
'Vede, per noi negli Usa era certo una anomalia il fatto che Montezemolo presiedesse la Ferrari da oltre vent'anni. Se lei a vedere chi era al top nelle varie case autoobilistiche nel 1992, scoprirà che non c'è più nessuno, allo stesso posto...
'Ma adesso questa sostituzione ci stupisce, perchè storicamente la Ferrari non è mai andata tanto bene come oggi, sui mercati. Quanto al rendimento della Formula Uno come causa della separazione, beh, se vi bevete questa mi sa che in Italia potete bervi qualunque cosa...'
E infati, stavo per aggiungere io, siamo praticamente ciucchi di balle, raccontate da anni in tutte le sedi e a qualunque livello.
Dopo di che, dirò che mi raccontano del probabile arrivo, chez reparto corse, di Bob Bell. Un tecnico piuttosto simato, in zona paddock.
The last Bell. L'ultima campana.
Ma io sommessamente penso, in queste ore convulse e in fondo dannatamente malinconiche, a tutta la gente del reparto corse. Da Mattiacci a Stella, passando per Bisignani, eccetera.
Posso cogliere da lontano il loro scoramento.
Badate che si tratta di gente nei confronti della quale io applico l'evangelico precetto: li perdono, perchè spesso non sanno quello che fanno (e si vede, tra l'altro a qualcuno glielo avevo pure anticipato, quello che stava per accadere).
Ma insomma.
Come diceva Enzo Ferrari, sono loro la farina con la quale dobbiamo fare il pane.
E da domani, per ognuno e per tutti, sarà più difficile di prima, per ragioni che credo di aver già abbondantemente spiegato in varie sedi.
Sarà il caso di dar loro una mano.
Sincero, sempre. Maramaldo, mai.