L’elettricità di Michela, Jarno e il Cola
Quando leggerete queste righe, in Cina sarà già stata disputata la prima tappa della nuova Formula Elettrica, o FE o come vi pare e piace.
Ho almeno quattro buoni motivi per interessarmi vagamente della cosa.
Uno. La lunga tumulazione mediatica di Montezemolo mi ha estenuato. Anche a Disneyworld ho trovato gente che mi chiedeva cosa ne pensassi. Ho citato Gambadilegno e Rockerduck e ho chiuso il discorso.
Due. Non so in che misura si possa conciliare l'emozione delle corse con la eco compatibilità. Forse è impossibile. Ma se qualche genio trovasse una soluzione soddisfacente, sarei contento.
Tre. Sono amico di Michela Cerruti, l'italica versione di Danica Patrick. Michela corre in FE con la macchina di un altro amico, Jarnone Trulli, ultimo italiano ad aver vinto a Montecarlo. Faccio il tifo per loro.
Quattro. Tra batterie e lampi di energia, nella nuova categoria ha trovato rifugio il Robinson Crusoè di Maranello, alias Luca Colajanni, alias il perfido Cola. Ormai quella ferrarista è una diaspora, fra vent'anni ci ritroveremo completamente rincoglioniti (ora già lo siamo a metà) sotto una palma a dirci, ah, ma ti ricordi quella volta di Schumi o quando Kimi e c'era pure Irvine e nel frattempo la Ferrari produrrà Suv e crossover è sarà stata comprata dai coreani della Hyundai...