Profondo Rosso

La Ferrari vista con gli occhi di un bambino

Recentemente ho accompagnato un bambino a visitare la Galleria Ferrari di Maranello.
Fa sempre bene, ad una certa età, verificare l'emozione che in un minorenne è prodotta dall'impatto con qualcosa di molto speciale. Se non unico.
È così io facevo da Cicerone per il piccolo e gli mostravo l'abitacolo della vettura di Alonso o il volante della macchina di Kimi o ancora il retro treno della monoposto di Vettel.
Il bambino aveva quella curiosità che mezzo secolo fa avevo anche io al suo posto ed ero quasi tentato di dirgli che era un privilegiato, ai miei tempi certi spazi museali non esistevano, forse una Ferrari da Gran Premio la vedevi in fotografia o al massimo avevi un modellino della Polistil.
E il piccolo continuava ad interrogarmi, voleva sapere cosa aveva di straordinario la Rossa di Schumi (chi la guidava, ho risposto di getto) e soprattutto invocava un pronostico, ma insomma, tra quanto tempo la Ferrari tornerà a vincere il campionato del mondo?
Io avevo gli occhi lucidi e il groppo in gola e non per il quesito in se'. Questo mio giovanissimo amico ferrarista ha purtroppo una speranza di vita breve, causa malattia incurabile.
Gli ho stretto la mano forte forte, ho promesso che faremo presto, molto presto, prestissimo. Faremo, esatto, perché la Ferrari è una categoria dello spirito, a prescindere da quello che raccontano gli episodi della cronaca spicciola.
Ah, quante cose si comprendono meglio, se riesci a rivedere la Ferrari, anche solo per un attimo, con gli occhi che avevi da bambino.

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