Profondo Rosso

Com’era bella la Ferrari di Massa

Ho aspettato un po' prima di commentare l'addio (ennesimo) di Felipe Massa alla Formula Uno per due ragioni.

La prima. C'è sempre il rischio che ci ripensi. Un anno fa il soggetto ha stabilito un record storico, ritirandosi giusto il tempo di prendere un cafezinho Made in Brasil.
La seconda. Non cambio idea rispetto a quanto sostenni all'epoca del congedo numero uno.
Io voglio molto bene a Massa. Mi ricorda l'ultimo periodo vincente della Rossa (i tre mondiali vinti da Raikkonen insieme a Felipe nel biennio 2007-2008 furono molto sottovalutati, oggi ci farebbero tutti la firma per riviverli nel presente...) e di sicuro il destino non è stato gentile con lui. Penso al motore di Budapest, all'imbroglio penoso di Singapore, alla beffa atroce di Interlagos. Fatti e misfatti del 2008, seguiti nel 2009 dal terribile incidente ungherese.
Come ho detto spesso, secondo me Felipe sbagliò a restare troppo a lungo in Ferrari, non avrebbe dovuto accettare la coabitazione con il dominante Alonso. Non è senno di poi, lo sostenni allora e del resto a Hockenheim 2010 tutto fu chiaro.
Ma non dimentico il giudizio di Schumi, molto lusinghiero nei confronti dell'allora ragazzo brasiliano. Massa è stato l'ultimo partner Rosso di Michael e se non rammento male là pole di Suzuka nel fatidico 2006 la firmò lui.
Non dico che mi mancherà, perché capace che fra due mesi mi frega e torna un'altra volta.
Dico che da ferrarista ho un debito di gratitudine con lui.

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