Profondo Rosso

Italia-Germania ormai è solo Ferrari-Mercedes

Un'ultima cosa a proposito di grandi passioni popolari.
Un caro amico che lavora per Vettel e Raikkonen mi ha detto: beh, se non altro noi il mondiale ce lo siamo giocati fin quasi all'ultimo...
Al di là della battuta, dal disastro degli azzurri forse potrebbe anche nascere un bene.
A me piace il pallone, ma è insana una monocultura sportiva che antepone uno stiramento di Spinazzola a un record di Gregorio Paltrinieri.
È sbagliato trasformare tutto in ossessione. Non aveva senso sostenere che ai Mondiali ci saremmo andati comunque.
È una sciocchezza aver trasferito i modi di vivere e raccontare il calcio alle altre attività agonistiche. Quando a Monza qualcuno ha fischiato Hamilton (e in passato era capitato ad altri) ho scritto che si trattava di stupidaggini da ultras.
La Formula Uno può piacere o non piacere. Nella mia famiglia, per dire, l'interesse per i Gran Premi è stato sempre abbastanza limitato. Ma a me faceva piacere spiegare che nell'automobilismo l'odio non aveva diritto di cittadinanza.
Non ho cambiato parere, nonostante Internet abbia moltiplicato il numero degli scemi in circolazione.
Quanto ai mondiali persi, un ferrarista ci ha fatto l'abitudine. E il fascino della Nazionale Rossa non sta, come qualche stolto par credere, nel l'euforia becera post vittorie.
Sta nella resilienza. Nell'essere sempre lì a provarci, talvolta perdendo anche in malo modo. C'è una dignità, nella appartenenza all'universo Ferrari, che troppo spesso nel calcio non ho colto.
E adesso stop. Nell'estate del 2018 non ci sarà Italia-Germania al mondiale russo. Ma ci sarà Italia-Germania, cioè Ferrari-Mercedes, in pista.
Vinca il migliore? Speriamo di no, per dirla con Nereo Rocco (se non sapete chi era, peggio per voi)

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