Profondo Rosso

Pirro, il Mugello e le emozioni rare

Ho visto anche io il volo spaventoso di Pirro.
Episodi del genere, anche quando per fortuna non hanno esiti irreparabili, aiutano a ricordare a noi stessi come sia banalmente impossibile azzerare il rischio negli sport del motore.
A volte tendiamo a dimenticare. Per dire, la mia generazione, fino al 29 aprile 1994, si crogiolava nella tragica illusione che la Signora in Nero mai e poi mai sarebbe riapparsa all’interno di un circuito.
Romantico fesso che ero!
Del Mugello dirò quello che dicono tutti.
Pista fantastica. Ho amici che l’hanno domata in sella ad una motocicletta. Alla fine dei loro giri, si toglievano il casco e avevano gli occhi che brillavano.
Io ci sono stato per test di Formula Uno, quando ancora ai piloti di monoposto era concesso di...allenarsi, tra un Gran Premio e l’altro.
Ho in mente Schumacher nel 1999, i tentativi con la gamba ferita, rammento l’emozione di popolo che circondava quella ipotesi di rinascita.
Eravamo all’alba di un nuovo inizio, dietro l’angolo ci aspettavano trionfi forse non replicabili, dal 2000 in poi.
A volte immagino che, invecchiando, sia bello adattarsi all’idea del raro. Vinci meno, anche nella vita, perché il tempo ha le sue leggi e forse adesso stai in un’età che ti concede di apprezzare meglio il bello e il buono.
Tutta questa sbrodolata per arrivare a dichiarare che di mondiali in Rosso di Vettel me ne basterebbe uno (subito, però), altro che cinque.
E se Valentino vincesse al Mugello in questo week end non sarebbe abbastanza?
Ps. Chi vuole può parlare di moto qua sotto, io sono tutto preso a gestire il dopo Resta che anticipa il dopo eccetera, eh eh eh

comments powered by Disqus