Profondo Rosso

La Ferrari e il mondiale che non c’e

Io ed i miei occhi azzurri siamo diventati grandi insieme.
Con l’anima smaniosa a chiedere di un mondiale che non c’è.
Cioè, brutta legnata.
La Ferrari non era stata competitiva nel Q3 del sabato (vedi distacco cronometrico).
Non lo è mai stata nemmeno la domenica.
Ci sta di discutere sulla soluzione gomme adottata per Vettel, ma anche quella scelta era figlia di un improvviso senso di inferiorità.
Ma che freddo fa a meno quaranta (eh, li ho sentiti davvero a Lillehammer, nel 1994!)?
Mettiamola giù così.
Con Barcellona questa è stata la peggior prestazione della SF 71 H.
Se Seb vincesse le sei gare che restano con Hamilton sempre secondo, diventerebbe campione con due punti di margine.
Tanto, che te lo dico a fare che è difficile, tremendamente difficile?
Ma è in queste situazioni che si coglie lo spirito di reazione di una squadra capace di credere in se stessa.
Per questo Sochi sarà interessante, anche per allontanare lo spettro di un 2019 in stile Prost Alesi 1991.
Altro?
Ma cosa poteva mai capitare di peggio a un ferrarista e interista in un week end?
Ah, si.
“La ragazza mi ha lasciato è colpa mia. Sono stato anche fermato dalla polizia...” (per un banale controllo, infatti l’agente mi ha detto: ah, è lei, vada vada a raccontare l’impresa Ferrari a Singapore!!!).
Aaaaarrrrgggghhhhh.

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