Profondo Rosso

Vettel -3, ormai è un tiro al bersaglio

  1. “Surtout pas trop de zel”.
    Soprattutto non troppo zelo (nell’applicare le leggi).
    Parlava così un noto ingegnere della Renault, un certo Talleyrand (che in realtà fu ministro degli Esteri in Francia con Napoleone e anche con Luigi XVIII. Sempre tra parentesi, mi ha sorpreso che tempo fa in questa sede nessuno abbia riconosciuto il padre della massima “Il sospetto non è l’anticamera della verità, è l’anticamera del khomeinismo”. Era Giovanni Falcone, eroe e idolo della mia giovinezza. Peccato).
    Io non so se ad Austin Vettel abbia davvero ignorato le bandiere rosse. Non lo so perché le immagini non sono chiarissime e stiamo parlando di decimi, a proposito di entità del rallentamento.
    So, in compenso, che sempre in chi è investito del potere di giudicare l’eccesso di zelo sarebbe da evitare.
    Esiste il buon senso, prima della letterale applicazione dei codici.
    Seb ha messo in pericolo qualcuno?
    Ha platealmente manifestato disprezzo per lo spirito della norma?
    No.
    Se ne deduce che i tre posti in meno sulla griglia rappresentano una sanzione spropositata.
    Questa decisione è il classico caso di accanimento terapeutico.
    Sparare sulla (Croce) Rossa, ergo sul tedesco, è un esercizio che va molto di moda.
    Pazienza.
    Passerò anche questa e finirà l’ennesimo autunno venuto a divorare impietosamente sogni e speranze.
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