Profondo Rosso

Tra Vettel e Leclerc ci ha rimesso la Ferrari

Della strategia Rossa a proposito della gestione di Vettel e Leclerc dirò tra qualche riga.
Prima, non essendo il Clog paragonabile al...Def, numeri indiscutibili.
Tre gare.
Tre doppiette Mercedes.
Un miraggio troppo breve nel deserto di Sakhir.
Una desolante sensazione di inferiorità in Cina.
Il pit stop contemporaneo di Hamilton e Bottas è stato come uno sberleffo, per chi capisce di corse.
Una pernacchia, ecco.
Veniamo al punto di partenza.
Mattia Binotto è un uomo di parola.
Aveva detto che la Ferrari considerava Vettel il capitano.
Aggiungo che di sicuro Seb in pista, all’inizio, non era più lento di Leclerc.
Intuisco l’iniezione.
Ah, ma qui si legittimano gli ordini di scuderia!
Io non li amo, ma rispetto la chiarezza.
Che non si può affermare sia mancata, sin dalla presentazione della SF90.
Dopo di che, se io applico una strategia e invece di finire terzo e quarto chiudo terzo e quinto, insomma, tanto bravo non sono stato.
Fra Vettel e Leclerc ci ha rimesso la Ferrari (poco, due punti, ma ci ha rimesso).
Insisto.
Mio cavallo di battaglia.
Mi interessa una disputa Sebastiano Carletto per piazzamenti di rincalzo?
Per niente.
Domanda vera.
La Ferrari è quella del Bahrein o di Australia/Cina?
Dalla risposta dipende il nostro stato d’animo.
Il resto.
Manco il premio di consolazione del veloce, causa Gasly.
Grande Albon.
Involuzione Alfa, nonostante la resilienza di Kimi.
Giovinazzi non pervenuto.
Statistica.
Un anno fa la Mercedes non vinse nei primi tre Gran Premi.
E sappiamo come è andata a finire.
Ma questa, lo ammetto, è una trovata in stile Def.

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