Profondo Rosso

Sing Sing, il vero esame per la Ferrari

Penso non accadesse dall’autunno del 2007.
Da quella incredibile rimonta iridata di KR7.
Davvero, la doppietta di Carletto ha riacceso entusiasmi antichi. La giovanissima età di Leclerc funziona come moltiplicatore, agendo su una fascia di pubblico, le nuovissime generazioni, che dalla Formula Uno si teneva alla larga.
Tutto questo è molto bello e peccato per chi non ce la fa a comprendere..
Adesso, però, viene il difficile.
Non per Leclerc.
E nemmeno per Vettel, che immagino prossimamente verrà accusato anche di aver provocato il cambiamento climatico, il casino della Brexit e già che ci siamo persino il repentino passaggio di Salvini dal governo alla opposizione.
No.
Il difficile viene per la Ferrari.
Badate.
Un anno fa, dopo Monza, iniziò un declino Rosso che fu foriero della catastrofica primavera 2019.
Anzi, chi c’era potrebbe anche tentare di raccontare cosa accadde in quei mesi turbolenti, da Singapore ad Abu Dhabi. Io ho una mia idea, ma non ho le pezze d’appoggio.
Adesso, ovviamente, la Ferrari non ha alcuna possibilità di riaprire un campionato finito a Pasqua.
Però, nelle gare che rimangono (e sono tante, addirittura sette) avremo modo di verificare se, su piste diverse da Spa e da Monza, la Ferrari sarà in grado almeno di ridurre le distanze, nei confronti di Mercedes e su alcuni circuiti anche nei confronti della Red Bull di Verstappen.
Badate ancora.
Nel 2029 le regole tecniche saranno le stesse.
I 7 Gp che ci aspettano vanno interpretati come prologo dell’anno che verrà.
Mica poco.
Buon week end e se volete scrivete pure delle moto a Misano, naturalmente chiedendo prima permesso al centauro Roli.

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