Profondo Rosso

Ferrari-Mercedes, chi vincerà il tie break?

Cosa c’è dietro l’angolo?

In questa coda di 2019, fatalmente ci si proietta sul 2020. Quando il 6 pari (in tema di mondiali costruttori consecutivi) fra Rissa e Freccia d’Argento vivrà il suo ideale tiè break.

Sapete che mi piace conferire dignità di editoriale si contributi di quanti, tra i frequentatori di questo ameno luogo, sommano alla passione il buon gusto della esposizione educata.

Stavolta tocca ad un altro cloggaro storico, il pittoresco Barone Rosso.

Piu che un mito, un mitomane.

Grazie a lui e a chi leggerà.

BARONE ROSSO SCRIPSIT.

FERRARI - MERCEDES, SEI DISPARI

In Giappone, a casa della Honda!, Mercedes è arrivata ad eguagliare il Mito Ferrari ovvero l’epopea schumacheriana con la vittoria del sesto titolo costruttori consecutivo.
C’è un dato che fa ancora più impressione: le frecce d’argento hanno vinto in pratica un mondiale ogni due disputati.
Perché Mercedes ha corso appena 12 stagioni in Formula uno (1954-1955, 2010- ) e, per fortuna della Ferrari, il mondiale costruttori è stato introdotto soltanto dalla stagione 1958.
Per contro, a Maranello l’ultimo alloro iridato è datato 2008. Un alloro amarissimo, aggiungo.
A livello di piloti (12 anni) e costruttori (11) trattasi del secondo peggior digiuno della storia rossa, peggio ancora del medioevo tra Surtees e Lauda.
Con queste premesse color fucsia tendente al marrone, proviamo ad isolare alcuni aspetti all’anteantevigilia del break point, pardon, del 2020.

Partiamo dalla vettura.
Ho cercato suggestioni a cui aggrapparmi alla luce delle ultime prestazioni della Ferrari.
Magari più che analogie sono sogni.
Alzi la mano chi ricorda il campionato 1991.
Senna vince a Phoenix, poi si ripete a San Paolo, a Imola e a Monaco ipotecando a metà maggio il suo terzo mondiale….ricordo un titolo geniale di Autosprint: ‘Formula uno solo’.
Sembrava fatta ma verso metà stagione la Williams FW14, risolti gran parte dei problemi di affidabilità, vola letteralmente e la rimonta di Mansell è furibonda e spettacolare.
Nonché il prodromo della leggendaria annata successiva.
Sono passati quasi 30 anni, epoche e tecnologie differenti, eppur mi chiedo se la SF90 vista da Spa in poi potrebbe evolversi nella vettura da battere nel 2020.

Squadra
Qui siamo agli opposti.
Da una parte c’è un vero e proprio dream team forgiato da Toto Wolff in modo quasi militare, perfetto.
Dai, praticamente perfetto.
Un solo giorno no.
Ovviamente quello dei festeggiamenti per i 125 anni, ovviamente al gp di Germania.
Bazzecole, quisquilie, pinzellacchere (cit. Totò).
Dall’altra parte c’è una squadra rifondata a partire dal vertice.
Si è visto in questa stagione, inutile negarlo.
A volte è sembrato perfino di scorgere dell’improvvisazione sia nella gestione gara in senso assoluto, sia nella gestione dei piloti.
Sommandosi purtroppo alle difficoltà iniziali della vettura.
Un anno si, è fisiologico.
Due anche no.

Piloti
A Brackley, consapevoli del potenziale della W10, si sono perfino permessi di far ‘giocare’ Hamilton e Bottas nei primi 5 appuntamenti, poi il Re Nero ha preso il largo.
Non deve essere tuttavia  dimenticato che quando è stato necessario, pur essendo ancora teoricamente in lotta tra loro per il mondiale, Mercedes non ha esitato a favorire il suo leader.
Rinunciare in ottica 2020 ad un talento in rampa di lancio come Ocon a favore di Robin Bottas è un doppio messaggio impossibile da non decifrare: Malcolm Lewis VI deve eguagliare Schumacher senza rischio alcuno di fuoco amico e, conseguentemente, caro Leo, la tua pensione può ancora aspettare.

Molto più complicata, a mio avviso, la situazione a Maranello.
Quando la macchina ha iniziato ad andare, inevitabilmente sono affiorati contrasti e insofferenze tra i due piloti.
Cieco chi non se ne fosse accorto prima, fin da subito.
Ma scusate, Leclerc che in Bahrain riceve l’ordine di aspettare due giri prima di attaccare colui che (in quel momento) è il suo caposquadra e decide di contare fino a 55 poi ciaoarrivederci?
E’normale, normalissimo (cit. Mandelli – Biggio - Ferro).
Non si tratta di essere pro o contro Sebastian e Charles: siamo passati dalle dichiarazioni dei test invernali ‘Vettel è la nostra prima guida’ al ‘forse avremmo dovuto essere più chiari con i piloti’ dopo il gp di Russia in riferimento alla strategia di partenza.
Sette mesi.
Ecco, da fuori mi sembra che non ci sia stata chiarezza con i piloti proprio in origine del loro rapporto.

Per ora siamo sei dispari, vantaggio Mercedes.
Vostro Barone Rosso

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