Profondo Rosso

La SF1000, Vettel, Leclerc, Fiorello e Amadeus

Adesso, con un attimo di calma, le mie impressioni sul debutto “statico” della SF 1000.
Prima cosa. Ovviamente non aiuterà a vincere, ma a me è piaciuta la dimensione teatrale dell’evento (e non solo perché tra i protagonisti c’era la bravissima figlia del cloggaro Mazgiorg!).
Mi è piaciuta perché la Ferrari, senza retorica, è l’espressione di un sentimento nazionalpopolare. Non per niente il Vecchio fu il primo a concepire l’automobile come opera d’arte. Persino una monoposto da Gran Premio è cultura. Ora so bene come in questa Italia avvelenata dall’ignoranza social, ecco, cultura sia una brutta parola, eppure noi minoranze siamo il sale del mondo.
Seconda cosa, collegata alla prima: ho apprezzato tanto il fatto che ad introdurre la cerimonia reggiana sia stato il modenese Jonathan Giacobazzi, giovane collaboratore in Ferrari di Mattia Binotto. La sua famiglia sponsorizzava Gilles Villeneuve e così torniamo alle radici, alle tradizioni, alla storia che siamo noi (per la dimensione globale abbiamo il ministro degli Esteri Ginone Rosato, va mo la’).
Terza cosa. La macchina, la SF 1000. Parleranno ovviamente i cronometri. A occhio inevitabilmente somiglia alla sorella di un anno fa, essendo uguali le regole. Le differenze che ci sono e non sono poche (più leggera, un filo più corta, più stretta dietro, più flessibile nelle sospensioni ridisegnate, ect), determineranno, nel bene o nel male, il risultato. Zero pronostici, alla luce del finale 2019 la Ferrari parte dietro ed è bene saperlo, poi la vita riserva anche bellissime sorprese e meno male.
Quarta cosa. Non giudicherò John Elkann per lo stile di un discorso. Escludo gli sia indifferente la sconfitta, anche per ragioni di prestigio dinastico. Invece Camilleri sul palco non è esattamente il clone di Brad Pitt ad Hollywood nella notte degli Oscar ma ha capito che per tornare a vincere in F1 bisogna pompare risorse e lo sta facendo e questo è importante. Poi, come sempre, dipende da COME li spendi, i soldi.
Quinta cosa. I piloti. A parte i soliti propalatori di fake news (tra parentesi: so di essere molto citato a destra e a manca, ma almeno qui sotto gradirei non mi fossero attribuite cose che mai ho detto-scritto e nemmeno pensato, grazie), tutti sanno che io ho una simpatia per Vettel pur considerando Leclerc un potenziale Fenomeno. Non c’è contraddizione tra le due cose e Binotto fa bene a prospettare a Seb una estensione del contratto, su basi comprensibilmente diverse. Questo riguarda il futuro e ovviamente rimane da valutare lo sviluppo della relazione tra i due. Camilleri non pretende una amicizia vera in stile Fiorello-Amadeus, ma qualcosa meglio di Morgan e Bugo si può e si deve fare.

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