Profondo Rosso

Le sette amare domande del Mugello?

Sette domande post Mugello.
Uno. Come è possibile che L’Alfa, che non ha il becco di un quattrino, riesca a migliorare la macchina, pur restando nelle retrovie, e la Ferrari no?
Due. Come si può credere che l’attuale staff tecnico di Maranello riesca a confezionare una monoposto vincente per il 2022?
Tre. Dando per scontato che nessuno ha in tasca la bacchetta magica nonostante Binotto somigli ad Harry Potter, non sarebbe il caso di affiancare le attuali professionalità con ingegneri in grado di portare un contributo di competenze in più?
Quattro. Nella seconda metà degli Anni Novanta Schumi si tirò dietro a Maranello mezza Benetton, compreso il capo meccanico. Aveva torto?
Cinque. Perdere aiuta a perdere. E perdere male?
Sei. Il Mugello è di proprietà della Ferrari da decenni. I suoi ingegneri conoscono il circuito meglio di tutti. Effetti?
Sette. Riuscirà mia madre, quasi novatatreenne, a rivedere la Ferrari campione del mondo o farà bene ad attrezzarsi per tagliare il traguardo del secolo?

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