Profondo Rosso

Sainz e Leclerc tra sogno e realtà

Eccomi qua.
Forse, a mente fredda, ci sono due chiavi di lettura del Gran Premio del Canada.
La prima è aridamente concreta.
Nono Gran Premio dell’anno.
Settima vittoria Red Bull.
Riga.
I numeri sono questi e conviene prenderne atto, senza abbandonarsi a sceneggiate da curva.
Aggiungo che personalmente ho sempre considerato Verstappen un Fenomeno e pur adorando Carletto, ecco, non me la sento di affermare che, ci fosse stato lui in scia all’olandese nel convulso finale, eh, avremmo certamente festeggiato il sorpasso.
Opinioni, s’intende.
Ma io non me la sento.
C’è poi una chiave di lettura che definirò emotiva. Vagamente irrazionale.
A Montreal la Ferrari andava forte.
Sainz a me è piaciuto tanto, forse è stata la sua prestazione migliore da marzo in poi.
E Leclerc, che al via era diciannovesimo!, ha chiuso quinto, al netto di una gestione imperfetta di un pit stop.
Considerate le premesse, è stato contenuto il danno.
Può bastare?
Certamente no.
Quel 7-2 di cui dicevo all’inizio e’ oggettivamente impietoso.
Ma se Leclerc a fine gara dichiara che è ancora convinto di poter vincere il mondiale, chi sono io per negargli il diritto di sognare l’impresa?
L’immaginazione al potere, no?

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