Profondo Rosso

Una preghiera per Leclerc

Premessa.
Da venerdì scorso ho a disposizione il tasto “rispondi”.
Quindi le repliche apparse sul post precedente sono mie.
A scanso di equivoci, come ho spiegato un sacco di volte non di rado io sto giorni interi senza leggere i commenti ai miei testi. Per la semplice ragione che non ho tempo. E ora che qua sotto sono state eliminate le teste di cazzo mi dispiace pure, ma non posso farci nada.
Il Clog è mio figlio ed è la mia piccola passione, dal remoto 2006. Ma non è mai stato il mio core business, il mio lavoro.
Sarebbe pure bello, ma è impossibile, per ovvie ragioni. Questo ameno luogo copre sì e no l’uno per cento della mia attività professionale. L’uno per cento.
Quindi talvolta mi capiterà di rispondere, più spesso no e nessuno dovrà sentirsi ignorato.
Se non riesco a leggere, nemmeno posso replicare. Ma è una bella opportunità in più.
Spero di essermi spiegato. Ed è anche ovvio che criticare chiunque anche aspramente si può, insultare no. Inoltre è sacrosanto non condividere le mie idee, ma se un qualunque citrullo scrive che io non sono un uomo libero può tranquillamente andare a farsi fottere, qua sotto non troverà spazio.
Sull’allegro delirio del dopo Silverstone, la mia posizione è nota.
Sin dal titolo del last post.
La Ferrari ha vinto, pur sbagliando.
Non mi sorprende (conosco i miei polli, scusate) che invece, per i più, la Ferrari abbia sbagliato (e fin qui sono d’accordo, lo sostengo dal primo istante) nei confronti di Leclerc e dunque, sempre per i più, abbia perso.
E si vede che l’ordine d’arrivo del Gp di Inghilterra è un refuso.
Vorrei anche rassicurare chi considera un difetto appartenere ad una minoranza.
State tranquilli.
Il mio editoriale sui giornali di carta (Carlino Nazione Giorno) iniziava proprio affermando che la mia tesi (la Ferrari ha vinto pur sbagliando, repetita juvant) era di sicuro impopolare.
Infatti, va benissimo. Dopo Jerez nel 1997 non c’erano ancora i like e l’intera stampa italiana chiedeva il licenziamento in tronco di Schumi.
Tutti, meno uno.
Uno che conosco molto bene.
Non è che popolarità sia sinonimo di ragione.
Ps. Prima di partire per l’Inghilterra Leclerc ha incontrato un amico che abbiamo in comune. Costui, molto religioso, gli ha detto: Charles, sto andando a Medjugorie, dirò una preghiera per te. Il ragazzo ha risposto: con tutto quello che mi sta succedendo, forse è meglio se ci faccio un salto di persona anche io.
Giuro che è vera (ed era prima di Silverstone, eh).

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