Profondo Rosso

Ferrari, cosa vale un secondo posto

“Non abbassarti a discutere con uno stupido, rischi di diventare stupido anche tu” (cit.)
Si fa presto a dire che il secondo classificato è “soltanto” il primo degli sconfitti.
D’accordo, era uno slogan di Enzo Ferrari.
Ma fa differenza chiudere una stagione sopra o sotto Perez, davanti o dietro Mercedes. E non solo agli occhi di John Elkann e Benedetto Vigna.
Lo affermo da un punto di vista vagamente irrazionale.
È ovvio quanto, ripensando alle irresistibili suggestioni primaverili, protrattesi fino a luglio inoltrato, il presente Rosso sia frustrante.
Sono stati commessi errori gravi. Tecnicamente, il motore e’ sempre stato a rischio affidabilità. Sugli autogol di gestione muretto avete detto tutto voi. E bla bla bla.
Ma proprio per questo finire decorosamente ha un senso, anche e soprattutto allungando lo sguardo sul 2023. Lo penso al netto di ipotesi sulla struttura della Scuderia. Lo penso per Leclerc e Sainz, cui è dover mio (spero anche vostro!) voler bene.
In breve. Non è stato l’anno che immaginavamo dopo tre Gran Premi. Nemmeno è stata una catastrofe assoluta: 4 vittorie e una dozzina di pole position a me non fanno schifo, sono qualcosa anche se non abbastanza.
Sono, per un ottimista, un punto di partenza, mentre un pessimista obietterà che nulla è cambiato, se non in peggio.
Di sicuro ci sarà modo di riparlarne.
In coda, un paio di annotazioni “private”.
Ringrazio chi propone un incontro conviviale cloggaro. Sono disponibilissimo . Poiché qui scrivete in tantissimi, vi aspetto tutti, in momenti diversi, non potendo affittare…una palestra per un unico summit. Però fatalmente si va all’anno nuovo, ormai siamo sotto Natale e date libere non ce ne sono.
Segnalo infine che per tutta la durata del Mondiale di calcio qatariota realizzerò un podcast sulla materia. Magari a qualche ferrarista in depressione interessa pure…

https://www.quotidiano.net/podcast/mondialeo/episodio-1-si-comincia-mondialeo-i-mondiali-raccontati-da-leo-turrini-1.8298317

 

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