Profondo Rosso

Lo scambio Leclerc-Hamilton e il summit cloggaro

Oh, lo so lo so.

Andasse mai in porto lo scambio Leclerc-Hamilton (ohi, oltre Manica c’è chi ne parla veramente…), beh, mi ritroverei qui con i fans di Lewis.

Dico, sarebbe di sicuro divertente!

Sull’argomento mi sono espresso per QN, seriamente parlando. Sotto il testo, cui segue il reportage del cloggaro Stf (che vivamente ringrazio) sul primo incontro in carne e ossa con frequentatori di questo ameno luogo. Preciso altresì che l’autore Stf non era venuto per me, bensì, come lèggerete, per incontrare Zhang l’interista.

Mi ero illuso.

PRIMO TESTO.

Portate pazienza, ma mica ci voleva Einstein. Bastava fare due più due.
Meno di un mese fa, in occasione della presentazione della nuova Ferrari da Gran Premio, mi ero divertito (si fa per dire) a segnalare una curiosa anomalia.
Carletto Leclerc, contratto in scadenza a fine 2024, comunicava di non considerare una priorità l’estensione del medesimo.
E Fred Vasseur, appena sbarcato a Maranello, escludeva fosse una urgenza.
Ora, abbiate pazienza.
Da sempre in F1 le intese “strategiche” vengono stipulate con largo anticipo. Raikkonen si promise alla Rossa nel 2005, per arrivare due anni dopo. Alonso fece la stessa cosa. Hamilton era già in parola con Mercedes da fine 2011, con debutto datato 2013.
Era e rimane strana, dunque, l’ostentata rinuncia delle parti, nel caso nostro Leclerc e Ferrari, ad anticipare un prolungamento contrattuale che se non altro avrebbe garantito un minimo di serenità ad un ambiente esasperato dalle troppe sconfitte.
Adesso, eccoci qua.
La SF23 ha deluso (eufemismo) all’esordio. Come prima conseguenza se ne è andato (destinazione McLaren) uno dei pilastri dello staff tecnico (l’aerodinamico Sanchez, per capirci l’ingegnere che in Bahrain tentava di spiegare a Leclerc, davanti alle telecamere, che in fondo la vettura non era poi così male. Sì, molto in fondo). E altre teste cadranno, fidatevi.
Domanda. Quanta fiducia può avere Leclerc nel progetto Ferrari a medio termine, con questi chiari di luna? Sì, Carletto è molto legato al presidente Elkann. Ma guida la Rossa dal 2019 e non ha mai avuto in mano una macchina da titolo. Ha vinto 5 Gp e riga.
Nel paddock tutti sanno che la Mercedes si sta preparando al dopo Hamilton. Oltre Manica addirittura c’è chi ipotizza che Lewis potrebbe desiderare di chiudere carriera in Ferrari, lasciando il suo posto sulla Freccia d’Argento al Principe di Monaco.
Fantasie? Quasi certamente. Ma il matrimonio tra Charles e la Signora in Rosso scricchiola.
Non da oggi.

TESTO STF (dedicato a Zhang)

Il summit dei Cloggari è sempre molto atteso, almeno da parte mia, e sono felice che dopo due anni molto strani, che hanno visto crollare alcune certezze, si sia finalmente ripresentata l’occasione per organizzarlo.
Leo è una persona estremamente cordiale, di quelle che vorresti sempre al tavolo, e che ti fa sentire in confidenza fin dal primo minuto. Ha diverse passioni come più volte sottolineato, ma quella per la F1 vi garantisco che è grande.
Poter parlare con lui un paio di ore di F1 è come vedere scorrere un film che abbraccia oltre 40 anni in cui le storie si intrecciano, si snodano e assumono prospettive diverse da quelle che magari ci eravamo immaginati non conoscendo certi retroscena.
Si parte col super 8 proiettato su schermo, con tutti i suoi amati difetti, che mostra i ricordi di Lauda, Ferrari, Gilles, Senna e si finisce con l’8K e le storie di Giacobazzi e Rosato.
Leo non scrive di tecnica, scrive di uomini e passioni, scrive e racconta storie che ho vissuto da adolescente leggendole avidamente da Autosprint e Rombo arrivando fino ai giorni nostri in cui mi trovo padre di due ragazzi che vanno all’università.
Quelle due ore al Montana sono bellissime, cerchi di prepararti prima le domande, quelle della vita, quelle più importanti che hai ma alla fine i discorsi prendono la loro via e autonomamente seguono le emozioni del momento. Complice il vino magari.
Non finirò mai di dire che Maranello è il centro di un miracolo che vede un paesino di poche anime tenere testa alle grandi multinazionali. Il miracolo è ben testimoniato al Montana dove si possono trovare tracce di pellegrinaggi famosi, di personaggi ammaliati dal fascino delle rosse come noi comuni mortali. Calciatori, piloti, cantanti, …. in molti hanno voluto lasciare il loro tributo su quelle pareti a testimonianza di una devozione alla passione.
Mi ha colpito molto la gigantografia di un Seb giovane, con ancora tutti i capelli e l’aria dell’innamorato senza condizioni che ha lasciato al locale anche la sua ultima tuta, quella verde della Aston, il casco di Regazzoni, semplice, rudimentale, graffiato e provato dalla pista.
Alla fine del pranzo Leo se ne è andato inforcando la sua bicicletta e zigzagando fra i vari TIR, così, in semplicità.
Siamo rimasti a parlare di F1 e moto con Roli, Andrea, USB e altri amici del clog. E’ sempre un grande piacere condividere le passioni con chi ha negli occhi la tua stessa luce mentre parla di motori. Sembra di tornare bambini quando parlavamo di giocattoli. Alla fine l’età certe cose non le cambia.
Come tradizione abbiamo fatto il pellegrinaggio al museo Ferrari dove abbiamo visto le solite meraviglie, dove abbiamo accarezzato con lo sguardo le lamiere battute a mano che inguainano le più famose Ferrari e il loro cuore pulsante, quel V12 che fa sognare da oltre 70 anni le persone in tutto il mondo.
Non è la prima volta che partecipo a questo evento ma non c’è nessuna possibilità che ne abbia abbastanza e ogni volta che ci sarà l’opportunità tornerò a rompere i maroni al BVZN e agli altri del clog.
Ne sanno qualcosa quei poveri disgraziati che ho chiamato molte volte sollecitando l’incontro.
Un profondo ringraziamento a Leo e a chi si è preso la briga di organizzare l’evento.
PS: Leo condivide la mia visione ottimistica per il mondiale. Quello del duemilamai. Mettetevi l’animo in pace.
PSPS: Leo, quel selfie con Zhang, ottenuto dopo uno scatto felino degno del miglior Bolt, mica è venuto tanto bene. Credo occorra riorganizzare. Magari in pellegrinaggio a San Siro.

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