Profondo Rosso

Ferrari, è il momento più buio

È il momento più buio.
Per la Ferrari.
E per i ferraristi come me.
Ovviamente escludo sia ragionevole abbandonarsi alle contumelie.
Non servono.
Parliamo di cose concrete.
Dopo il flop del Bahrain, ci era stato detto che a Gedda avremmo visto un altro film.
Non da Oscar, per carità.
Ma insomma.
E invece.
Invece a Gedda, con i suoi eterni rettilinei, le cose sono andate addirittura peggio.
In Arabia Saudita la Rossa era la quarta forza.
Red Bull imprendibile, ok. Ma la Aston Martin? E persino la Mercedes che vuol buttare tutto?
Come è possibile?
Perché gli aggiornamenti non funzionano?
Da quanto tempo la Ferrari non risolve il problema con le gomme dure?
Ed è inutile rimpiangere i tempi in cui si poteva provare in pista in continuazione.
Era un altro mondo. Ostinarsi a guardare indietro significa rassegnarsi alla crisi permanente.
Per quello che vale, io la vedo così.
È fallito il modello “orizzontale”. A Maranello abbiamo bisogno di leader tecnici. Un dt. Un progettista. Non per ricorrere alla tentazione dell’uomo solo al comando.
Un team di Formula Uno è un gruppo. Ma sono indispensabile personalità forti.
Vengo a Vasseur.
Per dinamiche di potere già illustrate qui in passato, è arrivato a menù già pronto. Dunque non lo metto sul banco degli imputati.
Non sarebbe giusto.
Ma Vasseur ha il dovere della verità. Ci dica se è questo lo standard Ferrari. Ci dica a cosa possiamo aspirare. Qualche pole? Nemmeno quelle?
E poi prenda le decisioni che sono necessarie. È il suo ruolo. Se non si fida dello staff, intervenga. Nella trasparenza. Con onestà intellettuale.
Quello che è inaccettabile, è questo stillicidio. Io avevo segnalato (a febbraio) di non condividere le facili euforie. Speravo di sbagliare.
E poi basta con la grancassa, basta con “stiamo arrivando” e amenità simili.
La verità rende liberi e non è una frase mia, ci mancherebbe.
La dicano, ce la dicano.
Tanto, purtroppo, già la abbiamo capita.

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