Il Fuji, Lauda, il Wec e la Ferrari
Una buona notizia subito.
D’intesa con il mio pretoriano Mazgiorg, proclamo qui e ora una enorme nostalgia per le mitiche pre qualifiche.
Speriamo tornino presto, perbacco.
Passiamo ora al regno del Bop.
Torna il Wec. In Giappone.
Chi meglio dell’estetica Emi Emi potrebbe parlarcene?
Grazie a lui (e a Mazgiorg, sempre e comunque).
EMI EMI SCRIPSIT
Monte Fuji.
Per i giapponesi il “Monte Incomparabile”, dove gli shintoisti, almeno una volta nella vita, devono compiere un pellegrinaggio votivo. Una delle tre montagne sacre per cui essere devoti agli Dei, nell’arco della propria esistenza.
Viene da chiedersi se cotanta devozione riguardi anche il circuito costruito alle pendici del vulcano giapponese. Certamente il “Dio delle corse” da queste parti ha tenuto a battesimo alcune delle pagine più epiche e controverse della storia del motorsport. Qui, Niki Lauda ammise la propria paura, col volto segnato e sfigurato dalle fiamme di Bergwerk. Lasciando che a vincere il mondiale fosse Hunt e la sua McLaren. Qui, nacque la leggenda di Gilles “l’Aviatore”, quando la sua T2 al sesto giro decollò sul retrotreno della Tyrrell P34 di Ronnie Peterson. Un decollo furioso, un atterraggio violento con morti e feriti. Lui. Illeso. Rientrato a Maranello, l’attendeva la ramanzina di Gozzi nel cortile della fabbrica. Coi rottami della sua monoposto esposti in bella vista, quasi si trattasse di un autentico museo contemporaneo degli orrori. E poi proprio lei. La Tyrrell 6 ruote, la P34 al canto del cigno, dopo due anni di risultati contrastanti. Ultima corsa, ultimo podio per mano di Depailler. La fine di una meravigliosa utopia tecnica, dove un’altra, altrettanto rapida e fulminea (nonché vittoriosa) si concludeva, per mano di Jody Scheckter e la Wolf.
La domenica della paura di Niki, Masahiro Hasemi debutta in F1. Dentro a quella nuvola di pioggia cadente copiosa dal cielo, conosce soltanto la cecità perenne dell’acqua nebulizzata. Ma al venticinquesimo giro Hasemi tira fuori dal cilindro un coniglio dagli occhi mandorla: 1’ 18 “ e 23 centesimi. Sarebbe il giro veloce della corsa. Sai che libidine. Un giapponese al debutto nel Circus capace di segnare pure il giro più veloce della corsa, in una gara simile poi. Un Ninja spietato Masahiro. Diabolico. Peccato che in quel suo stesso giro, Hasemi sia stato superato agevolmente da Laffite, Jarier e il connazionale Hoshino.
Ad Hasemi sarebbe piaciuto. Sarebbe piaciuto essere il primo giapponese a ottenere un giro veloce in Formula 1. Un giro veloce fantasma. Ciò che gli Dei del Monte Fuji non concessero a Masairo. Ciò che a Massa non fu mai restituito dal botto di Singapore. Dopo peripezie infinite, al Fuji gli riesce di guadagnare 2 punti su Hamilton regalandosi una nuova speranza iridata. Abnegazione brasiliana Felipe. Anche quella volta gli Dei dissero no, all’ultima curva del Gran Premio del Brasile. Felipe ancora ci pensa. E non rinuncia ancora oggi, a pensarci.
Vincere.
Come da queste parti faceva Bellof con la Porsche 956, la sua amata “balena bianca”.
Vincere.
Come per la Ferrari al Fuji sia successo solo con le ruote coperte, per mano di Gianpiero “Momo” Moretti e Corrado Manfredini nel ’70, portando al successo l’iconica Ferrari 512S. Da allora più alcun prototipo del Cavallino ha saputo ripetersi da queste parti, successi con le Gt a parte. Forse sarebbe anche il caso di farci un pensiero, vista la livrea celebrativa portata in pista dalla SF-23, nel Gran Premio d’Italia. A Monza la Toyota nella 6 Ore, ha conquistato il successo non più tardi di 2 mesi fa.
A casa nostra.
A casa loro.
Forse è tempo di rendere la pariglia, dopo un interrotto dominio giapponese sul circuito di casa in corso nel Wec da oltre un decennio, a esclusione di quel solo successo della Porsche nel 2015.
Magari alla 499P riesce l’impresa, tra imprevisti e probabilità di una gara di durata. La pioggia sembra dare una mano ai ragazzi di Coletta, visti i risultati della prima sessione di prove libere.
Sarebbe davvero una bella storia, poter dire senza esitazioni, almeno qui una Ferrari ha vinto.
Ammesso gli Dei del Monte Fuji, siano d’accordo.
Almeno per una volta, con tutti noi.
P.S.
Per chi fosse interessato alla visione dell’evento, riporto di seguito orari e appuntamenti della 6 Ore del Fuji.
Sabato 9 settembre
Prove Libere 3: 3;20-4;20 (Livetiming, diretta su Eurosport, Discovery+, canale YouTube FIA WEC e fiawec.tv)
Qualifiche: dalle 7;40 (Livetiming, diretta su Eurosport, Discovery+ e fiawec.tv)
Domenica 10 settembre
Gara: 4;00-10;00 (Livetiming, diretta su Eurosport, Eurosport 1, Discovery+, Sky Sport 1, Sky Sport Max e fiawec.tv)