Wec, la Ferrari si fa in tre (con Kubica)
Non mi sono occupato dei coniugi Wolff perché nonostante l’età so ancora distinguere le scemenze dalle cose serie (tra parentesi a proposito di presunti conflitti d’interesse: abbiamo avuto un presidente Fia con figlio manager di top drivers. Tolto me medesimo, archivi docent, qualcuno ebbe qualcosa da obiettare? No? No).
Meglio parlare di Wec, tramite la penna arguta del sempre illuminato Emi.
EMI EMI SCRIPSIT
(Bop o non Bop e la storia di Kubica)
Lo dico in anticipo.
Nello scrivere queste righe, non ho chiesto alcuna delibera, né a Nelson 66, devoto appassionato di durata, né al presidentissimo RicRis, primo fan della 499P sul clog.
Tanto Ric lo sa e benevolmente accondiscende.
A cosa?
Che Bop o non Bop, vulcanicamente e vulcanianamente il Wec stia arrivando. Come un Spock qualunque? Magari proprio qualunque no. Visto che di orecchie a punta, come per il noto personaggio di Star Trek, sul pianeta Terra, per il momento non se ne sia ancora avvertita la presenza. Ma ci può essere un’unica parola direttamente tratta dal suo lessico per descrivere adeguatamente la nascente stagione 2024.
Interessante.
Per qualità e numero dei protagonisti coinvolti.
19 le vetture iscritte alla classe regina (destinate con ogni probabilità a diventare oltre le 20 in occasione di Le Mans). Praticamente l’equivalente dell’attuale schieramento di F1, con numeri in ottica 2025 destinati ad aumentare ulteriormente (l’ingresso di Aston Martin è dato per assodato, con Honda praticamente sulla soglia d’ingresso).
Interessante ecco.
Considerando come Andretti non riesca a mettere piede in F1. Un semplice dato di fatto, come Spock nella sua assenza di emozioni, farebbe notare alzando sorpreso il proprio sopracciglio.
Emozioni che passano anche attraverso a storie per cui non può non esserci una reminiscenza romantica. Lo dico con quel filo di nostalgia che mi porta a considerare in una sorta di umana divinazione, come le favole abbiano ancora ragione di esistere. Perché non so voi, ma a me l’idea di vedere Kubica sulla 499P m’intriga più del semplice attimo, e quasi, mi riporta a quel Robert che non ha potuto correre al fianco di Alonso nel 2012.
Almeno su una Ferrari da corsa vi è riuscito a salire.
Tenendo duro.
Più di qualsiasi altra cosa.
Perché una corsa endurance (lo dice la parola stessa) rimane in primis una gara di resistenza e non di velocità.
Sopravvivere. Poi c’è tutto il resto.
E questo Kubica probabilmente, lo sa molto bene.
Più di qualsiasi altro, suo collega.
All’alba di una nuova era.
Nel mondo del Wec.