John Elkann, l’emozione non ha voce
Bella giornatina, eh?
Breve riassunto.
C’era anche John Elkann. Il presidente che ha riportato il Cavallino in vetta alla 24 Ore di Le Mans ha scelto di accompagnare con occhi da tifoso la nuova Ferrari. Ma c’era. Ha preferito non rilasciare dichiarazioni: l’emozione non ha voce, cantava Celentano. Meglio lasciar parlare i fatti. Aspettando Lewis Hamilton, non sarebbe male provare a vincere subito.
E a proposito del fantasma del palcoscenico.
Avete presente la curiosa storia di un battesimo contenente un funerale? Perché aveva un bel da dire Silvia Frangipane, portavoce Ferrari in versione Mara Venier post Sanremo: per favore, solo domande sul 2024, no Hamilton, please…
Sì, ciao. Con quello che è successo, il battesimo della SF24 è venuto inevitabilmente a coincidere con le…esequie in Rosso di Carlos Sainz. Che poi, vabbè, la liturgia la conosciamo: siamo tutti professionisti, un conto è il futuro altra cosa è il presente, però, dai, lo spagnolo pareva un cane bastonato. Orecchie basse, occhi liquidi. E lì accanto, in crudo contrasto, l’aria sempre sbarazzina di Carletto Leclerc. Sarà lui ad aspettare Lewis ai cancelli di Fiorano, mentre Carlitos starà già chissà dove.
Giuro: una vita da cronista ai box e un film del genere, almeno a Fiorano, non l’avevo mai visto.
Sulla macchina non mi esprimo: sono troppo ignorante in materia.
Per andare sul sicuro, farò i complimenti all’armocromista, per dirla con Elly Schlein, la segretaria del Pd. Nel senso che chi ha lavorato sui colori della SF24 ha mescolato bene il Rosso della tradizione ( presente pure sui copricerchi delle ruote), il giallo di Modena, con tanto di soruzzate di bianco e di nero.
Non voglio buttarla in politica, ma di sicuro per questa nuova Ferrari farà il tifo pure Giorgia Meloni. Perché, come scrivo spesso, la Ferrari è un sentimento nazionalpopolare senza uguali.
Dovevate essere sul ponte dei sospiri, a Fiorano. La macchina è andata subito in pista, giusto per assaggiare l’asfalto. C’era , lo sapete, Sainz al volante: un gesto di riguardo al separato in casa, all’uomo che tra meno di dodici mesi cederà il posto a Lewis Hamilton, il Mito promesso sposo della Leggenda.
A commuovere non poteva essere la prestazione, oggettivamente indecifrabile fino al Gp del Bahrain. No: a colpire è stato quel muro di gente aggrappata alle reti del circuito, con persone persino issate sugli alberi. Quasi a voler rendere testimonianza di quella che è la essenza la Ferrari.
Un simbolo.
Davanti al quale talvolta l’emozione non ha voce.