Il bicchiere Ferrari e il fiasco Horner
Più o meno è andata come mi aspettavo.
Ed è vero: se Leclerc in Q3 avesse ripetuto il giro della Q2, presumibilmente la pole non gli sarebbe sfuggita.
Tutto questo però non cambia la sostanza del discorso: già nel 2023, soprattutto in una certa fase della stagione, sul giro secco la Ferrari era molto competitiva.
Sarà la gara a chiarire se il bicchiere di Vasseur è mezzo pieno o mezzo vuoto. La materia del contendere è arci nota: la consistenza sulla distanza, l’usura gomme (non un gran segnale, avere per il Gp solo un treno di Rosse, sempre se ho capito bene), eccetera.
È sconfortante quanto ha raccontato Russell, molto bravo in qualifica: ha detto che Verstappen ha in tasca una ventina di secondi e dunque si corre per il secondo posto. Dodici mesi fa lo stesso Russell dichiarò che i Bibitari le avrebbero vinte tutte…
Su Hamilton me la caverò con una battuta: si sta risparmiando per il Cavallino.
Magnifico invece Alonso. Stupefacente Hulkenberg. Alpine da incubo.
E a proposito di incubi.
Il caso Horner.
Provo sincera ripugnanza per chi ha divulgato (supponendo siano vere, per carità) conversazioni che appartengono alla sfera privata di esseri umani che hanno famiglie, figli, parenti, amici.
Questa è una schifezza, sempre e comunque.
Nel merito, poiché finora non si ha notizia di denunce penali, debbono essere la Fia è la F1 di Domenicali, oltre naturalmente a Red Bull, a determinare se sussistano ragioni etiche per imporre soluzioni di un certo tipo. E qui la materia si fa scivolosissima, perché da fuori si ha l’impressione di essere testimoni di un conflitto di potere. Per questo ho trovato imbarazzante (e mi trattengo) la presa di posizione di Toto Wolff e di Zak Brown.
Quando da bambino studiavo il regno degli animali non mi sono mai piaciuti gli avvoltoi.
E non mi piace nemmeno Chris Horner.