Il Wec a Imola, che Ferrari sarà?
Non di sola Cina vive l’appassionato di automobilismo.
Nel week end c’è anche il Wec, a Imola.
E’ un evento, aspettando Le Mans.
Ferrari 499 versus Porsche, Toyota, Peugeot eccetera.
Come sempre, aspettando la gloriosa Sprint Race di Shanghai, ho chiesto al poeta Emi Emi una introduzione onirica all’appuntamento imolese.
Il mio columnist ha gentilmente accettato: da vero artista, leader spirituale del gruppo Escape from The news, egli cita Imola solo di striscio.
Un genio!
A lui la mia imperitura gratitudine.
Buona lettura.
EMI SCRIPSIT
Bop.
(Non una semplice bolla di sapone)
Tirar le somme.
Ma a volte anche l’aritmetica con le sue ferree regole può far cilecca. Cambiando l’ordine dei fattori (o degli addendi), il risultato non dovrebbe cambiare. Anche il presidentissimo Ricris se n’è accorto a suo discapito. “Lo sto facendo a mano…che faccio prima”. Carta e penna (calamaio non pervenuto…) per venirne a capo. Creando dal nulla una tabella di pesi e potenze per marche partecipanti.
Bravo pres.
Grande pres.
Bene, benissimo. Anche no. Quando una variabile tecnico-regolamentare come il Bop, si dimostra un deterrente capace preventivamente di influenzare (ipoteticamente) chi possa essere di volta in volta il favorito sulla carta. Intendiamoci. Nulla di scandaloso o sconvolgente e nemmeno di così sconosciuto storicamente nel mare magno delle corse di durata. Ma inevitabilmente i risultati scaturiti dalla prima prova iridata del Mondiale Endurance disputatasi in Qatar, hanno aperto (se non altro) la porta a un certo dibattito sportivo. Cose complesse insomma, che acchiappano l’interesse dell’uomo della strada, come un ghiacciolo al Polo Nord. Per eschimesi in cerca del “brivido”. Lungo la schiena, ovviamente.
Bop. Acronimo di “Balance Of Performance”. Un ossimoro in termini. Eppure un male necessario nel cercare di dare un futuro prospero a una categoria del motorsport fino a pochi anni fa del tutto asfittica, per assenza di competitor di peso (Toyota a parte).
Già la Toyota. Che a ben guardare in Qatar era piombata come una 500 Abarth prima serie (la stessa di “Nerone”, alias l’avvocato Montezemolo) rispetto alle Porsche vincitrici, con 41 kg di peso minimo in più rispetto alle vincitrice biposto tedesca. E se Atene piange, Sparta non ride, visto che Ferrari sempre nei confronti delle vetture teutoniche, accusava un surplus di peso minimo di 27 kg. Se poi il confronto veniva fatto con Peugeot, il dato risultava essere ancora più eclatante. 59 kg meno di Toyota e 45 meno di Ferrari. Semplicemente un’enormità, a fronte di una potenza concessa di 23 cv in più rispetto alla 499P e 14 nei confronti della Gr010.
Meno peso e più potenza. Due fattori che rendono (a prescindere) una vettura da corsa decisamente più performante. Ma se tale elemento viene deciso a tavolino, potete ben capire quale dinamica possa innescare ogni volta una simile variabile tecnica.
In altri termini, né Toyota né Ferrari valgono i piazzamenti ottenuti in Qatar. Credo che alla vigilia del campionato, nessuno immaginasse di vedere le vetture giapponesi in totale ambasce fin dal primo metro di gara. Come la splendida partenza di Molina con la 499P, abbia invece fatto intravedere di quale potenziale velocistico sia in possesso la biposto di Maranello, nonostante al termine della gara qatariota, la classifica abbia detto tutt’altro.
Imola prospetta a prescindere una rivoluzione in termini. Ferrari smagrite di 34 kg (!), con qualche cavallo in più a disposizione. Idem con patate Toyota, con un meno 29 sulla bilancia alla voce peso minimo, pur rimanendo ciononostante una delle vetture più pesanti del lotto.
Che basti?
Chi può dirlo.
Perché il Bop, pare proprio non essere, una semplice e leggera.
Bolla di sapone.
P.S.
Auguri presidente, e grazie per carta e penna (tenga pure il cala