Profondo Rosso

Domenicali, la mia Imola

Nel proporre alla vostra lettura il testo che segue, chiedo anticipatamente scusa al mio amico STF, valoroso cloggaro.
E a tutti quelli, non pochi!, che vedono in Stefano Domenicali il male oscuro della F1.
Ovviamente non voglio convincere nessuno e del resto a me fa velo l’amicizia trentennale con l’ultimo team principal vincitore di un mondiale con la Ferrari (costruttori 2008). E mi taccio sui tre titoli persi alla gara finale del campionato (notoriamente, dopo la sciagurata gestione del Dom la Rossa ha sempre lottato fino in fondo per il trionfo iridato, certo, come no).
Comunque.
Sono andato a dialogare con Stefano alla Università di Modena.
Sold out.
Giovanissimi e giovanissime adoranti la F1 del presente.
S’intende che costoro non capiscono, che scambiano lo sport con il wrestling, che sono abbagliati da una moda passeggera e noi (cioè, tanti tra voi) sì che abbiamo invece la verità in tasca, puri e duri e fanculo a chi pensa che i ragazzi del 2024 possano avere idee diverse dalle nostre, che ragazzi non siamo più.
Sorry: avete torto.
Mi scuso ancora e vi infliggo il Domenicali pensiero, come scritto per il giornale di carta.
Buona Imola a tutti.
/——-/
“Beh, teoricamente dovrei essere super partes, lo so. Ma ho una mia storia e dunque lo dico: spero che a Imola, che ritroviamo dopo il disastro dell’alluvione 2023, vinca la Ferrari di Leclerc…”
Stefano Domenicali torna a casa. Grande capo della F1 post moderna, l’erede di Bernie Ecclestone non dimentica le radici. “Sono imolese e da ragazzo entravo in circuito di straforo, per non pagare il biglietto -confessa- Naturalmente adesso invito tutti a non imitarmi…”
Io e il Dom abbiamo incontrato gli studenti di Economia della università di Modena. Sold out, a conferma di una realtà sorprendente: il pubblico da Gran Premio ha cambiato pelle. Cioè carta di identità.
“È così, dal 2020 in poi l’età media dei fans della F1 è scesa da 50 a 35 anni. E c’è una crescita dell’interesse femminile superiore al quaranta per cento”.
Come avete fatto?
“Ci siamo aperti al mondo! So che c’è chi mi accusa di attentare alla tradizione dell’automobilismo, ma è una osservazione non solo ingenerosa. È proprio sbagliata”.
Tradotto?
“Al centro di tutto rimangono le corse, le macchine, i piloti. Questo nessuno può negarlo! Noi, intendo come Liberty Media, abbiamo lavorato e lavoriamo per offrire uno show spettacolare. Un Gran Premio deve essere un evento, un momento di aggregazione, di festa collettiva”.
In stile Super Bowl.
“Infatti in mezzo al Super Bowl canta Springsteen oppure Beyoncé ma a nessuno viene in mente di dire che la partita di football americano conta meno”.
I numeri cosa mostrano?
“I ricavi sono più che raddoppiati. Abbiamo investito nel periodo più buio, quello del Covid. E continueremo su questa strada: innovazione, sostenibilità, rispetto della Storia, con la maiuscola”.
Ma può esistere una F1 compatibile con la transizione ecologica, con la mobilità green? Non c’è una contraddizione in termini?
“Per niente! Entro il 2030 la F1 sarà carbon neutral, a emissioni zero”.
Bum.
“Vedrai. Puntiamo sulle benzine sintetiche per le power unit. Per inciso io non credo che l’elettrico sia l’unica soluzione, per le auto di serie. È irrealistico un approccio dogmatico, serve pragmatismo. E noi contribuiremo, con le corse, a un cambiamento razionale”.
A proposito di Gp: è vero che Imola e Monza sono a rischio scomparsa, dopo il 2026?
“No ma è vero che l’Italia, come Paese, deve fare un salto di qualità a livello di infrastrutture. Questo non vale solo per gli autodromi, è un discorso generale. Poi io, con le mie origini, farò di tutto perché Imola e Monza restino sulla mappa della F1. Ma non dipende da me”.
Ti va di parlare un po’ di Ferrari?
“Ahi…”
Domenicali team principal del Cavallino avrebbe assunto il quasi quarantenne Hamilton?
“Rispondo così: l’età nell’automobilismo di oggi non è un limite. Alonso è più vecchio di Lewis e fa cose splendide…”
Quindi la risposta è sì.
“Credo che per Hamilton la Rossa sia una sfida rigenerante. La crisi Mercedes si trasformerà in uno stimolo”.
E Leclerc?
“Leclerc è fortissimo. Avessi ancora una Scuderia, lo vorrei sempre con me”.
Sì, però vince sempre Verstappen.
“Che è un fenomeno animato da una passione maniacale: quando non e’ in pista sta al simulatore, non molla mai. Comunque quest’anno Sainz e Norris lo hanno battuto e mi auguro non restino gli unici”.
Adrian Newey vestirà di Rosso?
“Domanda da girare a Fred Vasseur”.

comments powered by Disqus