Profondo Rosso

Norris primo dei perdenti, la Ferrari…

Lo dico subito: ha vinto Imola. La gente. La folla. Il pubblico. Non era scontato, per una Formula Uno ormai da anni dominata dai Bibitari.
E chi ha sperimentato il disagio da alluvione ha anche percepito il valore simbolico dell’evento.
Ha vinto Imola, con quello spettacolo di colori che era un omaggio ad una passione antica, nel presente condivisa anche da tantissimi giovanissimi, gli adulti di domani.
Come sapete, nemmeno è mancato il brivido finale, in pista.
Solo che. Solo che a contendere al solito Verstappen (scarso, eh?) il trionfo non è stata la Ferrari. Bensì la McLaren di Lando Norrs.
E adesso debbo fare un discorso complicato, invocando la pazienza dei miei lettori. Per capirci: se alla fine di un Gran Premio di 63 giri, senza ricongiungimenti imposti da safety car, Leclerc sta ad appena sette secondi o giù di lì da Suoer Max, beh, significa che la Rossa ha fatto un salto in avanti in termini di prestazione. Qualche mese fa, minimo minimo Carletto si sarebbe beccato un distacco ciclistico.
Questa è una buona cosa, ci mancherebbe. Ma non sarei intellettualmente onesto se tacessi che il Cavallino ha subito il sorpasso della McLaren. Il già citato Norris ha tenuto dietro Leclerc e il di lui compagno Piastri ha preceduto Sainz.
Quindi non ci siamo. Se la Ferrari diventasse stabilmente la terza forza del campionato, sia pure a distanze accorciate dalla Red Bull, il bilancio non potrebbe essere certo considerato positivo, nemmeno per Fred Vasseur.
Il Drake era solito dichiarare che il secondo arrivato è semplicemente il primo degli sconfitti. Figuriamoci il terzo. Ecco perché è indispensabile pensare in grande: quello che sta facendo la McLaren può essere fatto pure a Maranello, anche senza aspettare Lewis Hamilton e Adrian Newey.
Domenica prossima si corre a Monaco, a casa di Leclerc.
John Elkann dovrebbe dire una cosa sola, ai suoi: Vogliamo provare a vincere?

comments powered by Disqus