Profondo Rosso

Leclerc è il quinto Moschettiere

Elegante come Aramis.
Spregiudicato come Porthos.
Sensibile come Atos.
Talentioso come D’Artagnan.
Eh, Dumas!
Carletto è il quinto Moschettiere.
Profeta in patria! E lasciate sullo sfondo, amici lettori, le pur inevitabili riflessioni sulla assenza di spettacolo a Montecarlo: adesso non interessano, non interessano perché Carletto ha fatto suonare le campane a Maranello.
Riesco faticosamente ad immaginare cosa deve essere passato per la testa di Leclerc mentre si avvicinava alla bandiera a scacchi. Lui nel Principato ci è nato, ha cominciato a sognarsi pilota da bambino, guardando le macchine sfrecciare sull’asfalto di casa. E sempre il destino lo aveva respinto, rispedito alla casella di partenza, in un crudele gioco dell’oca: sembrava che Monaco, per Charles, fosse una favola nera, senza lieto fine.
E invece. Invece, eccomi qua a cercare di trattenere la commozione che fatalmente aggredisce chi ha una età. Mi spiego: era dal 1979 che un pilota Ferrari (Jody Scheckter, il sud africano) non trionfava a Montecarlo scattando dalla pole. Allora sudavo sui libri per preparare l’esame di maturità, stavolta sudavo freddo temendo che un inconveniente qualsiasi potesse rovinare una celebrazione annunciata.
Leclerc è degno di questi sentimenti perché è ferrarista dentro, è un ferrarista vero. Sabato ha fatto un numero alla Senna in qualifica e poi ha avviato un istintivo, intimo conto alla rovescia. Attendeva di poter sfogare la sua gioia sotto il casco, esattamente come fece Ayrton quando finalmente si impose nel suo Brasile, nel remoto 1991 (tranquilli, lì ero già padre di famiglia).
Insieme al pilota, ha vinto una Ferrari che è stata magnifica, come squadra, per l’intero week end. Tutto ha funzionato alla perfezione, ai box e fuori. Segno che nel gruppo di Fred Vasseur è maturata la consapevolezza che nulla è impossibile, soprattutto quando la Red Bull si dimostra vulnerabile. È un messaggio importante alla concorrenza: forse sta finendo l’era dei complessi di inferiorità.
In prospettiva, i Bibitari restano favoriti. Verstappen è un Fenomeno e dimenticherà subito un fine settimana da comparsa. Ma grazie alla Rossa (e anche alla McLaren) sta venendo fuori un campionato decisamente più interessante del previsto. Meno male.
Infine, la noia dello show. Tutto vero. Magari chi ha criticato Imola avrà qualche ripensamento.
Però, lasciamo stare. Bastano due parole.
Era ora.

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