Una Ferrari troppo brutta per essere vera
Sono un maestro, anzi, sono l’Adrian Newey dei luoghi comuni.
Dunque.
Ferrari troppo brutta per essere vera.
Dalle stelle alle stalle.
Sprofondo Rosso.
E via così.
Inutile girarci attorno, amici miei. Cioè la Ferrari di Montreal è stata la peggiore dell’anno. A due settimane dal trionfo di Montecarlo, il disincanto è bruciante. Ovviamente era sciocco immaginare, dopo la domenica nel Principato, una SF24 da mondiale: i miracoli in Formula Uno non esistono.
Ma così no. Così c’è qualcosa di vagamente inspiegabile, qualcosa di incomprensibile. Sin dal sabato delle qualifiche era stato evidente che niente funzionava sulle monoposto di Leclerc e di Sainz. E in gara, sul bagnato come sull’asciutto, una malinconica sensazione di inadeguatezza si è imposta tra i fans del Cavallino. Il ritiro di Leclerc ha sigillato nella mestizia un week end da cancellare, con tanto di kappao pure per Sainz. Problemi tecnici, errori di guida, eccetera. Lenti. Inaffidabili. Incapaci di trovare uno straccio di soluzione.
Non accadeva da Baku 2022 che entrambe le Rosse latitassero sull’ordine d’arrivo, se non ricordo male.
Domanda: cosa è accaduto? Come è possibile che di botto la Ferrari vada più piano non solo di Red Bull, McLaren e Mercedes, ma persino di Aston Martin, Williams e Racing Bull, alias la ex Minardi?
Conoscessi la risposta, farei un altro mestiere. Meglio ancora: mi candiderei per il posto di Vasseur!
Il resto, in coda a un Gp canadese segnato dal meteo, è il sorriso che torna sul volto del solito Verstappen. Vincerà il titolo, ma i McLaren non erano distanti. E a me sono piaciuti sia Russell che Hamilton .
Quanto alla Ferrari, spero di svegliarmi, è un brutto incubo quello a casa di Gilles.