Le Mans non è roba da Tik Tok
Come promesso, il Clog ha un suo emissario alla 24 Ore di Le Mans.
Trattasi di Marco Santini, giovane pazzo innamorato delle corse vere (nonostante il Bop, vabbè).
Sotto trovare il suo reportage da una galassia lontana lontana chiamata Passione.
Buona 24 Ore a tutti.
SANTINI SCRIPSIT
Non esiste solo la Formula 1. Da appassionato di Motorsport a 360 gradi, non mi stanco mai di dirlo! E credo fermamente sia un momento perfetto per rendersene conto, specie considerando quanto di buono stanno facendo a Maranello nell’ambito delle gare di durata. Che poi, storia alla mano, sono quelle che hanno consacrato il mito del Drake nell’immediato dopoguerra, ben prima dei successi in Formula 1. La vittoria a Le Mans dello scorso anno, dopo 50 anni di assenza, rappresenta un momento storico nella storia del Cavallino. Nonché il più grande successo - finora! - della gestione targata John Elkann. E così, alimentato dalla benzina della passione, ho sempre avuto il sogno di vedere dal vivo il circuito della Sarthe. Per me quest’anno l’opportunità di realizzare questo desiderio si è finalmente concretizzata, dunque non se la prenderà il Maestro se mi permetto di ringraziare pubblicamente Mobil 1 e FUnoAnalisiTecnica che hanno reso possibile la mia presenza in terra francese. In attesa di vivere la gara più lunga del mondo, non posso far altro che raccontarvi le mie prime impressioni, incredibilmente positive.
All’arrivo in circuito ci si rende infatti subito conto che si tratta di un’esperienza totalizzante, che sprizza amore verso il mondo dei motori ma che forse ancor di più ha a che fare con un modo di intendere e godersi la vita. È stato Jenson Button, con cui ho avuto modo di parlare oggi e che sarà al via domani con Porsche, a spiegarmelo nel modo migliore: “sembra di stare ad un festival”. Ci sono i motori ma c’è anche la musica, c’è il cibo, c’è la condivisione. A quanto mi ha riferito il campione del mondo 2009 di Formula 1, c’è persino il fumo dei barbecue che arriva in pista, col profumo delle salsicce che arriva fin sotto il casco.
E forse è per questo che dagli spalti si vedono solo sorrisi da parte di un popolo di puristi, uniti dalla passione a prescindere dalle bandiere, per niente sazi di una competizione solo apparentemente fuori dal tempo (in un momento storico, vale la pena ricordarlo, in cui la soglia di attenzione non supera il minuto ed a spopolare sono i contenuti TikTok da pochi secondi… e pochi neuroni).
A mancare invece, in senso positivo, è quel brutto senso di distanza ed irraggiungibilità purtroppo tipici della F1: qui i piloti si possono vedere da vicino, vivere, persino toccare (budget permettendo, come sempre). Non ci sono piloti venerati come idoli (ad eccezione forse del nostro Valentino Rossi, al debutto con la BMW in GT3) ma solo un grande rispetto per tutti coloro che si mettono in gioco affrontando incognite ed insidie quali la notte, il sonno, la pioggia, il traffico, l’affidabilità. Sia chiaro, la perfezione non esiste ed anche nell’Endurance non mancano problemi di natura regolamentare e politica (a cui siamo tristemente abituati in F1), ma a colpire è davvero il clima che si respira, l’atmosfera delle grandi occasioni, l’appuntamento con la storia che si ripete e rinnova ogni anno. All’alba di una nuova era per la categoria, con il regolamento Hypercar che sta portando un numero record di costruttori a competere in top class, c’è da sperare che il successo della squadra di Coletta con la 499P sia solo il primo di una lunga serie. E a proposito di nuovi nomi nel WEC, proprio oggi Aston Martin ha ufficializzato l’ingresso dal 2025 con la Valkyrie, vettura originariamente disegnata da un certo Adrian Newey ai tempi della collaborazione tra il marchio britannico e Red Bull… Che sia, almeno indirettamente, l’estremo tentativo di Lawrence Stroll di attrarre a sé il grande genio della progettazione? In attesa di risposte sarà la pista a parlare, col via previsto domani per le ore 16.